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Aggredito con l'acido Stefano Savi: "Non vedo più e ho subito 12 trapianti di pelle"

Presunto complice del broker e di Martina: mi dispiace erano ragazzi in fase di crescita

"La mia vita è cambiata, non studio più perché non ci vedo quasi più, con un occhio non vedo e con l'altro vedo poco e ho subito 12 trapianti di pelle". Così Stefano Savi, il giovane sfigurato con l'acido, ha raccontato nel processo ad Alexander Boettcher il suo calvario dopo l'aggressione subita il 2 novembre 2014.

''Certo che mi sono pentito dopo l'episodio ai danni di Pietro Barbini, era un ragazzo in fase di crescita che poteva ottenere una cattedra a Boston e questo vale pure per Stefano Savi'', ha detto Andrea Magnani, presunto complice del broker e di Martina Levato, rispondendo a una domanda di uno dei legali di parte civile, l'avvocato Andrea Orabona. 

Magnani nel corso della sua deposizione nella scorsa udienza aveva comunque spiegato di aver preso parte in qualche modo a tutti gli episodi al centro del processo, ma di non essere mai stato consapevole dei piani della cosiddetta 'coppia diabolica'. Rispondendo alle domande dei legali di parte civile, ha chiarito che quando il 28 dicembre 2014 lui e gli altri due si recarono in via Carcano per incontrare Pietro Barbini "io sapevo che Martina doveva comunicargli la sua gravidanza e Alex presentarsi come il suo ragazzo".

Magnani ha anche raccontato che Boettcher "aveva un tenore di vita elevato ma non lo ostentava, faceva il broker ma mi aveva detto invece che lavorava in Borsa ed era amministratore delegato di alcune società immobiliari". Inoltre, "Alexander mi chiese più volte la macchina perchè non voleva essere visto, ma il perchè non lo so dire".

"Pietro se lo merita, anzi merita di peggio". E' la frase che, secondo la deposizione del presunto complice Andrea Magnani, avrebbe detto Martina Levato dopo aver sfigurato con l'acido il suo ex fidanzatino Pietro Barbini. Nel corso del suo esame in aula nel processo a carico di Alexander Boettcher, il presunto basista ha anche raccontato che la coppia aveva individuato anche altri obiettivi, "oltre a quei cinque nomi che ho già fatto", tra cui la stessa sorella di Barbini e "un politico, un certo Roberto Casali o Casari".

Magnani ha spiegato che "nella cartellina che ho visto dopo l'aggressione a Barbini, oltre ai cinque nomi già ricordati ce n'erano di più". Sempre dopo l'aggressione, mentre si allontanavano in macchina, il bancario avrebbe detto a Levato "ma cosa ti ha fatto di male? E' solo un ragazzino" e lei, stando alla sua versione, gli avrebbe prima risposto "è solo una sostanza urticante che gli fa il solletico" e poi, però, gli avrebbe detto "se lo merita, si merita di peggio". E poi ancora Martina avrebbe aggiunto: "Non vorrai mica che rimangano ricchi". E sempre in quell'occasione avrebbe anche fatto un riferimento "alla sorella di Barbini". Inoltre, sempre stando alla deposizione di Magnani, la studentessa gli avrebbe detto di chiedere le "motivazioni" di quell'aggressione "ad Alexander". Riguardo all'obiettivo "Casali o Casari", invece, Magnani ha chiarito che "Alexander si sentiva defraudato da questa persona perché quando lui aveva corso alle elezioni per la lista di Tremonti, questa persona gli aveva promesso delle preferenze che non gli aveva portato e non gli aveva permesso di far carriera in ambito politico". Magnani ha anche raccontato che Alexander aveva comprato "tre felpe antidiffida (che permettono di coprire il volto tranne gli occhi, ndr), una per me, una per lui e l'altra per Martina, io non l'ho mai usata, Martina sì durante l'episodio Barbini la portava, mentre per l'agguato a Savi indossava una felpa nera e una sciarpa".

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