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Sedicenne scomparsa, appello della madre. La sorellina fu uccisa fa nella strage di Rozzano (Milano)

Sparita mercoledì,12 anni fa sorellina uccisa in strage Rozzano

"Non ha mai fatto una cosa del genere, non si è mai allontanata da casa, sono disperata non so più cosa pensare, spero qualcuno mi aiuti". E' l'appello di Loredana P., madre di Maria, 16 anni, sparita da casa a Rozzano mercoledì scorso. La ragazza frequenta un istituto di formazione professionale e secondo quanto riferisce la mamma, nei giorni precedenti non sarebbe accaduto nulla da giustificare il suo allontanamento da casa.

"Mi sono già rivolta ai carabinieri di Rozzano e mi hanno detto di stare tranquilla e che stanno procedendo con le loro indagini - ha aggiunto la donna - Io però non riesco a stare con le mani in mano, adesso con l'aiuto di amici vogliamo tappezzare tutti i dintorni con manifestini con la sua foto".

La famiglia di Maria era stata sconvolta da una tragedia nel 2003, quando la sorellina di 2 anni, Seby, rimase uccisa nella cosiddetta strage di Rozzano. In una sparatoria che aveva come obiettivo due giovani, vennero colpiti anche la bimba, in braccio alla madre, e un pensionati. Il responsabile dei 4 omicidi, Vito Cosco, è stato condannato a 20 anni di reclusione.

Dagli archivi ANSA, la strage di Rozzano 12 anni fa:


SPARATORIA NEL MILANESE: STRAGE PER LITE TRA BALORDI / ANSA
(ANSA) - MILANO, 23 AGO -
Il terrore e' durato una manciata
di secondi, l'orrore e il dolore per quello che e' successo ieri
sera a Rozzano sembrano non aver fine.
Quei pochi secondi sono bastati a un balordo di periferia per
sparare otto colpi di pistola in rapida successione e compiere
una strage per farsi giustizia di uno sgarro subito poco prima
da un conoscente, che lo aveva malmenato sembra per questioni di
droga. Otto colpi sparati all'impazzata, ieri sera, in un
giardinetto tra via Garofani e via Biancospino a Rozzano, alle
porte di Milano, in un quartiere popolare dove si trovava molta
gente scesa in strada a cercare un po' di refrigerio.
Quattro le vittime, una mattanza. Alla testa e' stato
colpito Alessio Malmassari, 29 anni, che poco prima aveva
litigato con il pluriomicida ricercato, Vito Cosco di 27 anni,
originario di Crotone, sposato e padre di due bambini. Raffaele
De Finis, 23 anni, un altro del giro di piccoli balordi che
stava chiacchierando con Malmassari, e' stato raggiunto da
quattro proiettili al torace. Poi i due innocenti passanti, che
si sono trovati sulla traiettoria del fuoco: la piccola
Sebastiana Monaco, due anni e mezzo, che era in braccio alla sua
mamma ed e' stata trafitta al collo da una pallottola, e il
pensionato Attilio Bertolotti, 60 anni, che era sceso al
giardinetto, freddato da un proiettile al cuore.
Nessuno scampo per i colpiti, che prima di stramazzare a
terra morti sono riusciti solo a fare qualche passo. Solo la
piccola Sebastiana e' stata trasportata d'urgenza all'ospedale
San Paolo, dove e' morta poco dopo il ricovero.
L'assassino, che era arrivato a piedi da via Garofani, subito
dopo la strage si e' dato alla fuga a piedi verso la sua
abitazione di via Lazio, a un isolato dal luogo della tragedia.
Ha raccontato alla giovane moglie, che ha soli due anni meno di
lui, cosa era accaduto e l'ha accompagnata con i due bambini da
alcuni parenti, quindi e' fuggito. Su questa circostanza c'e'
pero' ancora un po' di incertezza anche perche' per molte ore i
carabinieri erano convinti che Cosco fosse in fuga con moglie e
figli. Solo nel primo pomeriggio, infatti, hanno rintracciato la
donna e i bambini che ora sono tenuti sotto protezione dai
carabinieri.
Cosco, intanto, e' ricercato in tutta Italia, soprattutto in
Calabria dove avrebbe potuto trovare rifugio, essendo originario
di Crotone, ed immigrato nove anni fa a Rozzano dove faceva
lavori saltuari da manovale.
Il pm Antonio Genna, che ha deciso di procedere contro di
lui per il reato di strage, ha cosi' sintetizzato la vicenda.
''Una tragedia maturata in un ambiente socialmente e
psicologicamente disastrato''. Vito Cosco era gia' conosciuto
alle forze dell'ordine per piccole storie di malavita. Era stato
denunciato tre volte (due per ricettazione e una per
stupefacenti) cosi' come Malmassari e De Finis, coinvolti in
passato in vicende di estorsione e di droga. Piccoli balordi di
periferia, cresciuti in una cittadina alle porte di Milano dove
spesso si e' costretti ad inventarsi la vita e, come e' accaduto
a loro, a perderla per strada.
Anche per i carabinieri, nonostante i numerosi testimoni
della strage, non e' stato semplice risalire subito
all'identita' dell'assassino. Omerta', paura di essere coinvolti
anche solo come testimoni in una tragedia come questa ha fatto
perdere un po' di tempo agli inquirenti. Poi c'e' stato chi ha
deciso di metterli sulla giusta strada e di raccontare tutto
cio' che aveva visto fornendo anche nome e cognome
dell'assassino.
In un primo tempo qualcuno aveva raccontato che l'omicida s'
era allontanato con una una 'Fiat uno' di colore rosso. L'auto
che era stata vista partire sgommando, era invece quella servita
per prestare soccorso alla bambina, correndo verso l'ospedale
San Paolo. La 'Ford Fiesta' di Cosco, invece, e' stata ritrovata
parcheggiata poco lontano dalla sua abitazione.
Puo' darsi quindi che per fuggire l'uomo abbia utilizzato
l'auto di qualche conoscente o ne abbia rubata una. Le ricerche
sono estese ovunque, e c'e' anche il timore che Vito Cosco possa
commettere qualche altra follia. (ANSA).


SPARATORIA NEL MILANESE: 'UN ANGELO E' TORNATO IN CIELO'/ANSA
(ANSA) - MILANO, 23 AGO - ''Un angelo biondo e' tornato in
cielo''. Ha i lucciconi agli occhi la signora Maria Rosaria,
casalinga, 58 anni, quando ricorda Sebastiana, la piccola di
soli due anni e mezzo, ''vittima innocente'' della sanguinosa
sparatoria di ieri sera a Rozzano.
Il ricordo straziante della piccola e' vivo nel quartiere del
centro alle porte di Milano, ma sono in pochi quella che a bassa
voce, perche' alta e' la tensione, accettano di parlare. C'e'
chi racconta che era una bambina ''allegra, vivace, che
parlottava parecchio ''. Non andava ancora all'asilo e spesso
scendeva al muretto, il muretto della strage che era il punto
d'incontro di tanta gente del quartiere Lo faceva, ''ma sempre
con la mamma e la sorella maggiore, Maria, e il fratellino piu'
piccolo Jessie''. La titolare del bar vicino al palazzone di via
Biancospino, commossa e incredula, spiega che Sebastiana era una
piccola cliente affezionata: ''veniva tutti i giorni con la
mamma a prendere le caramelle''.
''E' una cosa indescrivibile - commenta un nonno in
bicicletta - soprattutto perche' ci sono andati di mezzo degli
innocenti, una bimba di due anni. Non oso pensarci perche'
anch'io ho dei nipotini''. ''E' da 11 anni che vivo a Rozzano -
aggiunge una mamma preoccupata - e non ho mai visto una cosa del
genere: mio figlio, che percorre sempre questa via, ora non lo
faccio piu' uscire''.
Dolore e rabbia anche tra i familiari di Sebastiana che dalla
finestra di casa hanno piu' volte urlato ai cronisti, senza
lesinare insulti e minacce, di essere lasciati in pace:''Dovete
capire il nostro dolore''
''Andatevene, dovete lasciare stare la gente che soffre''
grida, lanciando anche improperi, la madre della bimba, Loredana
Pappacoda, 25 anni, pallida, bionda e molto robusta. Una donna
dalla vita difficile. A detta di una conoscente la donna,
rimasta orfana di madre molto giovane e lasciata dal marito
Natale, camionista in Germania, piu' di un anno fa, vive con i
suoi figli e con una sorella minore nell'appartamento del padre,
ed e' in attesa che le venga assegnata una casa popolare. Ha
anche problemi con la giustizia: e' indagata per estorsione
dalla Procura di Milano perche' l'anno scorso, frequentando il
centro per gli handicappati di Rozzano, secondo l'accusa avrebbe
indotto con minacce e percosse alcuni disabili a farsi
consegnare i loro risparmi.
A parlare della piccola Sebastiana e' anche Antonio, 30 anni,
venditore ambulante del paese. L'uomo, che ieri sera passava in
via Biancospini per caso pochi istanti dipo la sparatoria, ha
prestato soccorso alla bimba: visto che non arrivava
l'ambulanza, l'ha caricata sulla sua Fiat Uno rossa con la madre
e si e' precipitato all'ospedale San Paolo, nel disperato
tentativo di salvarla. ''Perdeva molto sangue ed era svenuta ma
in macchina il cuore le batteva ancora - racconta l'uomo -. La
madre mi diceva di andare piano perche' aveva paura. Tutti e due
eravamo impauriti ed anch'io ero sconvolto: ho quattro figli e
ho rivisto la mia bambina''.
(ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

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