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Strage al Bardo, arrestato giovane marocchino. Arrivato in Italia su barcone. Ripreso sul molo da fotografo Ansa

Touil Abdelmajid era stato identificato nel febbraio 2015 a Porto Empedocle dopo essere arrivato con un barcone con altre 90 persone

"Andranno chiariti" i movimenti di Abdel Majid Touil, il marocchino sospettato di essere coinvolto nella strage di Tunisi, dopo il suo ingresso in Italia lo scorso 17 febbraio: "tra quella data ed il 19 maggio non sono emerse evidenze della sua presenza sul territorio nazionale". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nella sua informativa alla Camera sull'arresto del marocchino sospettato di essere coinvolto nella strage del Bardo a Tunisi.

Alfano ha sottolineato come quando arrivò in Italia e fu identificato e ne fu disposta l'espulsione "nulla a suo carico era stato segnalato dalle autorità tunisine" dunque "non era considerato un soggetto pericoloso per la sicurezza nazionale". 

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Il ministro ha rivendicato l'arresto come un "successo investigativo frutto anche della buona cooperazione tra diversi Paesi nella lotta al terrorismo". Alfano ha ribadito il suo ringraziamento alle forze dell'ordine ed all'intelligence. Alfano ha sottolineato di non aver mai escluso il rischio di terrorismo, anche sui barconi e affermato che l'allerta è elevatissimo".

"Mai escluso che l'Italia sia a rischio terrorismo: sempre detto che l'allerta è elevatissima, anche sull'uso dei barconi per l'infiltrazione di terroristi, pur se finora mancano riscontri". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nella sua informativa alla Camera sull'arresto del marocchino sospettato di essere coinvolto nella strage del Bardo a Tunisi. Nel 2015 - ha spiegato il ministro - sono stati espulsi dall'Italia 33 soggetti coinvolti nella minaccia del terrorismo: erano stati 13 in tutto il 2014.

La vicenda

Era il 17 febbraio scorso quando 642 migranti, soccorsi dalla Marina Militare, sbarcarono a Porto Empedocle (Agrigento). Tra loro Abdelmajid Touil - sospettato di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato al museo del Bardo di Tunisi - ripreso sul molo da un fotografo dell'ANSA poco prima del disbrigo delle pratiche di identificazione. Nella foto, il giovane, che è tra altri migranti, indossa una felpa scura con il cappuccio alzato, sotto un giubbotto chiaro con doppia chiusura-lampo, uno chiusa, l'altro aperta. Non ha la barba ed ha capelli più corti rispetto a come appare nella foto-segnaletica diffusa oggi dalla polizia. Sia nella foto di Porto Empedocle, sia in quella segnaletica si riconoscono sulla guancia destra del marocchino due lievissime cicatrici. L'identificazione del giovane è stata comunque confermata dal fratello Abderazak, al quale è stata mostra la fotografia.

Il cittadino marocchino di 22 anni è stato arrestato nel Milanese perché ritenuto uno degli esecutori della strage al Museo del Bardo a Tunisi. E' stato catturato dalla Digos e dai carabinieri del Ros a Gaggiano (Milano). Era ricercato a livello internazionale dalle autorità Tunisine che lo ritengono coinvolto nell'attentato costato la vita a 24 persone, tra cui quattro italiane. Touil Abdelmajid è ritenuto responsabile della pianificazione e dell'esecuzione materiale dell'attentato al Bardo. In casa sua, in via Pitagora, a Gaggiano (Milano) gli investigatori della Digos hanno trovato e sequestrato del materiale che sarà analizzato dall'intelligence.

Il giovane era già stato identificato nel febbraio 2015 a Porto Empedocle dopo essere arrivato con un barcone con altre 90 persone. Dopo fotosegnalamento e impronte - ha spiegato in Aula Alfano - il questore di Agrigento ne ha disposto l'espulsione, ma "in quel momento nulla a suo carico era stato segnalato dalle autorità tunisine; ne consegue che non era considerato un soggetto pericoloso per la sicurezza nazionale".

L'uomo, che risulta irregolare, è stato trovato a casa dei parenti che invece hanno un permesso di soggiorno. Carabinieri e polizia hanno eseguito un provvedimento dell'Autorità giudiziaria tunisina.

Touil Abdelmajid aveva ricevuto un'ordine di espulsione. Secondo le accuse e la ricostruzione degli investigatori Abdelmajid sarebbe poi tornato nel proprio Paese per compiere l'attentato del 18 marzo. Il 22enne è stato preso in un appartamento di in una palazzina in via Pitagora, a Gaggiano (Milano) che condivideva con madre e due fratelli.

JIHAD, ITALIA - ECCO COME SI DIVENTA TERRORISTI IN ITALIA


"Grazie alle forze dell'ordine che hanno arrestato in Lombardia uno dei ricercati della strage di Tunisi. Orgoglioso della vostra professionalità". Così il premier Matteo Renzi ha ringraziato su Twitter le forze dell'ordine. 

 

Fratello del ragazzo arrestato, sempre rimasto in Italia - "Mio fratello è innocente non ha commesso nessun reato". A parlare, dopo aver cercato di allontanarsi dai giornalisti, sotto casa sua, e uno dei due fratelli di Touil Abdelmajid, il presunto terrorista arrestato dalla polizia. "E' arrivato su un barcone come tanti altri - ha detto all'ANSA - e da quel momento non è più partito" ma è "rimasto sempre in Italia". Il giovane rincasava in bicicletta nella palazzina al civico 14 di via Pitagora a Gaggiano (Milano) dove vive con la madre. 

La mamma, il 18 marzo mio figlio era davanti alla tv - "Il 18 marzo mio figlio era davanti alla tv. Ho visto con lui l'attentato in televisione, la jihad non gli piace per niente". Lo ha detto la madre di Abdelmajid Touil, il marocchino di 22 anni arrestato nel Milanese con l'accusa di terrorismo. "Mio figlio è innocente, mio figlio non c'entra niente era in Italia - ha aggiunto arrivando a casa, con il capo coperto da un hejab bordeaux. Ha fatto una scuola di italiano e stava cercando lavoro. Come si può andare in Tunisia senza avere documenti?", alludendo alla denuncia di smarrimento del passaporto fatta proprio dalla donna (che però è posteriore all'attentato, ndR). La donna ha anche mostrato una copia del foglio di intimazione e ha raccontato come il congiunto è arrivato in Italia clandestinamente: "E' andato a Tunisi in aereo. Lì è stato tre giorni e poi si è trasferito in Libia, per cercare lavoro. Si è fermato per una quindicina di giorni, e poi è partito con un barcone ed è venuto qui".

Vicina arrestato, è un bravo ragazzo - "E' un bravo ragazzo, state commettendo un grave errore, non ha fatto nulla". A parlare è una vicina di Abdel Majid Touil, il marocchino di 22 anni arrestato dalla Digos di Milano su mandato della Procura di Tunisi per aver partecipato all'attentato del Museo del Bardo. "Nei giorni dell'attentato era qui - racconta la donna all'ANSA davanti al portone della palazzina al civico 14 di via Pitagora, a Gaggiano (Milano) - La madre ha fatto tanti sacrifici per lui. Sta cercando lavoro". 

Venerdì prima udienza estradizione marocchino - Si terrà venerdì prossimo, 22 maggio, la prima udienza per Abdelmajid Touil, il marocchino di 22 anni arrestato per la strage di Tunisi, davanti ai giudici della quinta sezione penale della Corte d'Appello di Milano, che si occupano del procedimento d'estradizione. L'udienza di venerdì sarà il primo passaggio 'tecnico' del procedimento e in quella data verrà effettuata l'identificazione della persona per cui la Tunisia ha chiesto l'estradizione. In quella udienza, inoltre, verrà anche chiesto al marocchino se intende dare il consenso alla sua consegna alle autorità tunisine. Se ci sarà opposizione all'estradizione, come è probabile, da parte del marocchino, difeso dal legale Silvia Fiorentini, il procedimento verrà poi aggiornato ad altra data per la discussione nel merito sul mandato di cattura e sulla richiesta di estradizione. In seguito i giudici dovranno decidere sa dare l'ok alla consegna del giovane alla Tunisia.

Pm Milano, verifiche su ruolo Touil in strage - La Procura di Milano sta facendo accertamenti sul ruolo avuto nell'attentato al museo del Bardo da Abdelmajid Touil, il marocchino di 22 anni arrestato a Gaggiano, nel milanese, dalla Digos e dal Ros su mandato di cattura internazionale delle autorità tunisine per essere coinvolto nella strage dello scorso 18 marzo in cui sono morte 24 persone, tra cui 4 italiani, e 45 sono rimaste ferite. Da quanto si è appreso tali accertamenti si sono resi necessari, tra le altre cose, anche alla luce di alcune dichiarazioni rese ai media dai familiari e dai vicini di casa di Touil, i quali hanno affermato che il 22enne, da quando lo scorso 17 febbraio è arrivato in Italia su un barcone, non si sarebbe più mosso dal nostro Paese. Inoltre inquirenti e investigatori esamineranno il contenuto delle due pen drive e del cellulare sequestrati ieri a Touil assieme a un paio di schede sim. Intanto sono emersi alcuni particolari dell'arresto del marocchino. Verso mezzogiorno è stato fermato per strada per un controllo dagli agenti della polizia locale di Gaggiano, i quali, una volta accertato che si trattava della persona 'sospettata' e segnalata dall'intelligence tunisina, lo hanno messo a disposizione di Digos e Ros che lo hanno arrestato. Dopo di che è stato sottoposto alle procedure di identificazione previste in casi come questi, mentre il mandato di cattura internazionale tunisino è arrivato attorno alle 23. 

Approfondimenti pm Milano, poi atti a Roma - Gli inquirenti milanesi non sanno, allo stato, quale ruolo avrebbe avuto il marocchino Abdelmajid Touil, arrestato su mandato di cattura firmato dalle autorità tunisine, nella strage del Museo del Bardo. E dalle carte a disposizione, infatti, non è chiaro se all'uomo venga contestato, ad esempio, di essere stato uno degli esecutori della strage o di aver fornito un supporto e di quale tipo e da dove. Per questo stanno effettuando approfondimenti e accertamenti e sono in contatto con la Procura di Roma. Nella Capitale, infatti, è aperto un fascicolo d'indagine sulla strage avvenuta in Tunisia e nella quale sono stati uccisi anche quattro italiani. Gli accertamenti dei pm milanesi, dunque, saranno poi trasmessi ai colleghi romani. Da quanto risulta, però, al momento agli inquirenti non è stato messo a disposizione alcun elemento dalle autorità tunisine sul ruolo che avrebbe avuto il marocchino nell'attentato e l'arresto è stato effettuato perché pendeva un mandato di cattura internazionale. In ipotesi, non essendoci certezze sul punto, è possibile anche che l'uomo sia arrivato in Italia a febbraio dopo aver rinunciato a partecipare alla strage che in un primo momento aveva pianificato con altri. Tutte le ipotesi, dunque, sono al vaglio degli inquirenti. Approfondimenti, inoltre, potrebbero essere richiesti anche dalla Corte d'Appello di Milano, competente per il procedimento di estradizione. I giudici, infatti, hanno la facoltà di chiedere sia integrazioni di atti alle autorità tunisine che gli esiti dei primi accertamenti alla Procura. 

Espulso o no? Al vaglio i suoi spostamenti - Secondo i famigliari del marocchino ritenuto coinvolto nell'attentato al museo del Bardo a Tunisi, e arrestato nel Milanese, il giovane sarebbe sempre rimasto in Italia, dove peraltro avrebbe condotto una vita alla luce del sole, andando persino a scuola ad imparare l'italiano. Lo sostiene la madre, Fatma, di 46 anni, che a Gaggiano (Milano) ha mostrato alcuni documenti che lo riguardano. Innanzitutto un 'decreto di respingimento con accompagnamento alla frontiera' del questore di Agrigento a carico di tale Abdelmajid Tawil, un "sedicente", datato 17 febbraio 2015. Sulle prime era stato riferito di una 'intimazione' a lasciare il Paese, mentre il documento che la donna ha mostrato obbligherebbe a un "respingimento" coatto alla frontiera, indicando perfino la 'porta': Roma Fiumicino. Gli accertamenti per stabilire i suoi movimenti, comunque, sono ancora in corso. Al momento quindi non è chiaro se il giovane marocchino, giunto a Porto Empedocle con un barcone di migranti lo stesso giorno, sia stato effettivamente espulso, se non lo sia stato mai nonostante l'ordinanza o se, come spesso accade, delle difficoltà procedurali possano aver fatto tramutare l'ordinanza di espulsione in un 'intimazione' entro sette giorni a lasciare autonomamente l'Italia. Spesso, infatti, spiegano gli agenti dell'Immigrazione, l'indisponibilità di un volo o difficoltà opposte dal governo del Paese straniero che deve riceve il migrante accompagnato alla frontiera, specie se sedicente quindi senza una nazionalità accertata, possono far tramutare l'espulsione in intimazione a lasciare il territorio nazionale. "Di questi soggetti, poi, quasi sempre si perdono le tracce". 

Le immagini dei terroristi che entrano all'interno del museo del Bardo

Il ministro ha rivendicato l'arresto come un "successo investigativo frutto anche della buona cooperazione tra diversi Paesi nella lotta al terrorismo". Alfano ha ribadito il suo ringraziamento alle forze dell'ordine ed all'intelligence. Alfano ha sottolineato di non aver mai escluso il rischio di terrorismo, anche sui barconi e affermato che l'allerta è elevatissimo".

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