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Yara: Bossetti, lasciatemi incontrare i miei tre figli

Yara

Yara: Bossetti, lasciatemi incontrare i miei tre figli

Legali, dopo contatti con psicologo presenteremo istanza a pm

MILANO, 12 luglio 2014, 19:34

Igor Greganti

ANSACheck

Bossetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Bossetti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Bossetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' da quasi un mese che non vede i suoi figli, dal 16 giugno scorso, quando è finito in carcere con la pesantissima accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) scomparsa il 26 novembre del 2010 e ritrovata cadavere tre mesi dopo. Ora Massimo Giuseppe Bossetti ha chiesto ai suoi legali di presentare un'istanza al pm Letizia Ruggeri affinché gli conceda la possibilità di incontrare i suoi tre bambini di 8, 10 e 13 anni. Una richiesta che i difensori, in ogni caso, stanno valutando con cautela, anche confrontandosi con uno psicologo, vista la delicatezza della situazione. Intanto, anche questo è stato un sabato di lavoro per inquirenti e investigatori che, attraverso le analisi scientifiche su nuovo materiale biologico, accertamenti sulle telecamere della zona e su tabulati e celle telefoniche e con l'ascolto di altri testimoni, stanno cercando di rafforzare il quadro accusatorio a carico del carpentiere di Mapello che poggia, al momento, principalmente sulla prova del Dna.

"Per ora mediaticamente siamo come un pugile che sta prendendo pugni in un angolo del ring - ha spiegato l'avvocato Claudio Salvagni - ma posso assicurare che abbiamo tante carte da giocare e ce le giocheremo tutte a processo". Il legale, che difende Bossetti assieme alla collega Silvia Gazzetti, ha chiarito che a breve verrà presentata un'istanza al pm per chiedere che possa avvenire un incontro in carcere tra l'uomo e i suoi tre figli. Istanza che, ha precisato, "stiamo comunque valutando con grande attenzione, anche attraverso contatti con un psicologo", perché si tratterebbe di portare dei bambini davanti al padre in carcere.

La difesa, ad ogni modo, non sembra preoccupata nemmeno dalle nuove indiscrezioni che emergono dai verbali di alcuni colleghi di Bossetti, i quali avrebbero smentito il racconto del muratore che ha parlato di sparizioni di attrezzi dal cantiere di Palazzago. Non sembra reggere, quindi, la tesi del presunto assassino, che ha paventato la possibilità che del sangue sia uscito dal suo naso ("soffro di epistassi", ha detto al pm) e sia poi finito su un arnese da lavoro rubato e usato per uccidere la ragazza. "Questa è solo una delle ipotesi difensive - ha spiegato l'avvocato Salvagni - e i verbali dei colleghi di cui si parla, dunque, non sono così determinanti. Non è questa - ha aggiunto - la pista difensiva principale che noi presenteremo a processo". Nel frattempo, come già accaduto più volte nel corso delle lunghe indagini, durate oltre tre anni, tornano a farsi avanti anche presunti sensitivi e testimoni con telefonate nelle redazioni e denunce alle forze dell'ordine. C'è chi racconta, ad esempio, anche di aver visto Bossetti lo scorso anno davanti alla tomba di Yara. "Questa la sento per la prima volta - ha detto l'avvocato - ma è una affermazione senza fondamento".

Il legale ha chiarito che la difesa attenderà il deposito di tutte le nuove relazioni scientifiche degli inquirenti prima di decidere se presentare un'istanza per chiedere la ripetizione dell'esame del Dna. "Se faremo istanza - ha chiarito - dovremo anche decidere se farla con la formula dell'incidente probatorio, ma non è escluso nemmeno che attenderemo la fase del dibattimento". Gli investigatori, intanto, continuano a vagliare i filmati delle telecamere della zona per capire se è proprio il furgone Iveco Daily di Bossetti quello transitato quel pomeriggio attorno alla palestra di via Locatelli e nei pressi della casa di Yara. Proseguono anche le analisi sui reperti trovati dai carabinieri del Ris di Parma sull'autocarro alla ricerca di eventuali tracce riconducibili alla ragazzina.

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