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Alberto Stasi e il mistero della bici

Alberto Stasi e il mistero della bici

Legale Poggi ipotizza che sulla bici di Stasi siano stati cambiati i pedali

30 giugno 2014, 12:35

Redazione ANSA

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Alberto Stasi e la sua bicicletta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alberto Stasi e la sua bicicletta - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alberto Stasi e la sua bicicletta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto di Matteo Bazzi e Daniel Dal Zennaro

''Se il 14 agosto 2007 si fosse sequestrata quella bici nera da donna, quella di cui io chiedo perlomeno l'acquisizione da anni, forse poteva cambiare tutto il quadro probatorio''. Lo ha affermato l'avvocato Gianluigi Tizzoni, il legale di Giuseppe e Rita Poggi, i genitori di Chiara, la giovane uccisa il 13 agosto di sette anni fa a Garlasco che sono parte civile al processo in cui Alberto Stasi è imputato per l'omicidio della sua ex fidanzata.

La bicicletta di cui Tizzoni parla è quella che ora è stata acquisita nel processo d'appello bis in corso a Milano a carico dell'ex studente bocconiano, dopo che i giudici hanno deciso, sulla scorta delle indicazioni della Cassazione, di riaprire l'istruttoria dibattimentale.

Tizzoni, dopo averla esaminata assieme ai suoi consulenti, ha scoperto che sulla bici nera da donna, come riporta oggi il Corriere della Sera, sono stati montati dei pedali 'union' che si trovano di serie sulla bicicletta Umberto Dei da uomo sequestrata ai tempi dell'inchiesta a Stasi e sui quali sono state trovate tracce dei Dna di Chiara. Tale circostanza, segnalata da Tizzoni in una memoria depositata una ventina di giorni fa ai giudici milanesi della corte d'assise d'appello, fa pensare a uno scambio di pedali in quanto sulla bici Umberto Dei sono stati rinvenuti ''non i suoi pedali originali - ha precisato Tizzoni - ma quelli di un'altra marca che si chiamano Wellgo'' e sui quali sono state trovate le tracce del Dna di Chiara. ''Questo è un dato oggettivo - ha continuato Tizzoni - e le conclusioni le tireremo in aula''. Il legale dei Poggi ha voluto ricordare inoltre ''l'assurdità'' del fatto che la bicicletta nera da donna al centro del caso non venne sequestrata il 14 agosto, il giorno dopo del delitto, dall'ex maresciallo dei carabinieri della caserma di Garlasco, Francesco Marchetto. Il quale, come aveva ribadito davanti al giudice di Vigevano Stefano Vitelli, allora decise di non prelevarla dall'officina degli Stasi perché non aveva il portapacchi nero come aveva invece descritto Franca Bermani, la signora che il giorno dell'omicidio aveva detto di aver visto una bici nera appoggiata al muretto di casa Poggi. L'avvocato, che qualche mese fa per conto dei genitori di Chiara ha presentato una denuncia in procura a Pavia nei confronto del carabiniere per falsa testimonianza (il procedimento è ancora aperto), ha sottolineato che ''la bici in realtà ha il portapacchi''.

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