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Costa Crociere: Palomba, "Cibo rimasto non è più un rifiuto"

Costa Crociere: Palomba, "Cibo rimasto non è più un rifiuto"

"Otto mesi di lavoro per concretizzare recupero a fini sociali"

24 luglio 2017, 12:25

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Ci sono voluti otto mesi di lavoro per concretizzare per la prima volta nel settore marittimo il recupero delle eccedenze alimentari di una nave, sbarcarle e conferirle alle comunità bisognose. Un lavoro di squadra con tanti attori diversi in cui tutti insieme abbiamo costruito qualcosa che non esisteva e solo un anno fa era difficile ipotizzare". Neil Palomba, direttore generale di Costa Crociere, spiega il lavoro di squadra che sta dietro, al progetto di collaborazione lanciato dalla compagnia con il Banco alimentare onlus che rappresenta una prima assoluta. L'idea c'era già, sono serviti otto mesi per mettere a punto le procedure per recuperare il cibo in eccesso dai ristoranti della nave Costa Diadema e farlo arrivare a chi è in difficoltà, coinvolgendo l'Agenzia delle Dogane e la Sanità marittima di Savona per costruire il "modello" da seguire per il conferimento, complicato dalle regole del mondo marittimo. "Se abbiamo potuto farlo è comunque merito di una buona legge entrata in vigore lo scorso settembre, la 166/2016 o legge Gadda, che ha reso più semplice e incentivato il recupero alimentare per fini sociali, estendendolo a nuovi ambiti, come quello appunto delle crociere. L'abbiamo considerata un'opportunità. Prima della legge, infatti, la normativa prevedeva che il cibo avanzato dalle navi dovesse essere trattato come un rifiuto" continua Palomba. Quindi anche i pasti mai portati in tavola dovevano essere triturati e buttati. "Su una nave che eroga 18 mila pasti al giorno è difficile arrivare a calibrare esattamente il consumo, quindi è chiaro che si lavora sull'eccedenza, ma prima di farlo servivano procedure aggiuntive perchè non era mai accaduto" spiega Stefania Lallai, responsabile sostenibilità e relazioni esterne di Costa Crociere.

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