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Coronavirus: 1.300 richieste di cassa per 30 mila lavoratori

Coronavirus

Coronavirus: 1.300 richieste di cassa per 30 mila lavoratori

Magni (Cgil) Dati allarmanti. Nodo è quando e come si ripartirà

GENOVA, 27 marzo 2020, 18:39

Redazione ANSA

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Una azienda tessile - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una azienda tessile - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Oltre 1.300 domande di accesso agli ammortizzatori sociali da parte delle aziende genovesi e quasi 30 mila lavoratori coinvolti. E' la fotografia delle pesanti ricadute dell'emergenza Coronavirus su imprese e lavoratori nelle richieste arrivate a ieri alla Camera del lavoro di Genova e alle categorie: 837 di cassa integrazione ordinaria (per 20.250 lavoratori), 489 di Fis, il Fondo integrazione straordinario (7.800 lavoratori coinvolti), e 120 di cassa in deroga (850). "Siamo in difficoltà per il numero di domande che stanno arrivando. Sono dati allarmanti che fotografano la situazione. La preoccupazione è quanto durerà ancora l'emergenza e cosa succederà dopo - commenta Igor Magni, segretario della Camera del lavoro di Genova - Perché i fondi che sono stati stanziati per sostenere il sistema Paese in questa fase sono sufficienti per arrivare ad aprile - spiega - ma penso che il periodo che si dovrà coprire sarà più lungo. E bisogna vedere quanti riusciranno a restare in piedi, soprattutto delle realtà più piccole". Intanto i sindacati stanno chiedendo che le aziende con più liquidità e anche il sistema bancario anticipino il pagamento della cassa ai lavoratori, perché l'Inps potrebbe impiegare anche tre mesi. I settori più colpiti sono quello dei metalmeccanici, con 350 aziende che chiedono la cassa integrazione ordinaria per circa 10 mila lavoratori, i trasporti (28 richieste per 3.100 lavoratori), turismo, commercio e terziario (200 richieste di cassa ordinaria per 3.000 persone e 400 richieste di Fis per 5.000 lavoratori), ma ci cono anche i chimici, gli alimentaristi, il pubblico impiego. "Sono dati importanti, si tratta di aziende di tutte le dimensioni e di tutte le categorie - dice Magni - però prioritariamente dobbiamo pensare alla salute delle persone e dei lavoratori. Per ripartire serviranno investimenti pubblici notevoli: una grossa fetta del futuro dell'economia Paese e dell'Europa sarà legata a quali e quanti interventi i governi riusciranno a fare per rilanciare l'economia e che sia un'economia sostenibile.
   

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