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Decapitò zio, era capace d'intendere

Decapitò zio, era capace d'intendere

Reazione dopo offese e sputi da parte del parente

GENOVA, 21 febbraio 2017, 19:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Claudio Borgarelli, l'ex infermiere che lo scorso ottobre uccise e decapitò lo zio Albano Crocco nei boschi di Lumarzo, è in grado di intendere e volere. Lo era al momento dell'omicidio e lo è tuttora. Lo ha stabilito lo psichiatra Gabriele Rocca, incaricato dal gip Paola Faggioni. Per il perito è vero che Borgarelli è una figura borderline ma non tanto da non essere in grado di capire quanto stava facendo.
    Nella perizia si legge che "la molla sono state le ingiurie che lo zio avrebbe rivolto al nipote la mattina dell'omicidio". Non un gesto premeditato dunque, ma d'impeto. Un punto a favore della difesa, rappresentata dall'avvocato Antonio Rubino.
    Secondo i carabinieri, Borgarelli aveva messo alcuni paletti all'ingresso del sentiero davanti a casa per impedire l'accesso ai mezzi. Quella mattina, Crocco incontrò Borgarelli. Nacque una discussione e, secondo il racconto dell'assassino, lo zio lo avrebbe insultato fino a sputargli. A quel punto l'ex infermiere sparò e decapitò lo zio.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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