La cultura dominante, la società in cui viviamo, "sembra spingerci a distrarci volendo impedirci di pensare". Ad affermarlo il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei nell'omelia a San Lorenzo per la solennità di San Giovanni Battista, patrono dell'arcidiocesi e della città di Genova. Per il cardinale "siamo culturalmente assediati, da innumerevoli fatti, emozioni che vogliono cancellare le nostre energie di riflessione, di verifica, di sintesi, e vogliono frammentarci dentro. Siamo distratti da mille stimoli per distrarci dalle cose che contano". Il porporato ha detto che è "una strategia che non è casuale".
"Tale spaesamento genera l'incertezza che si respira nel modo di pensare diffuso: se non esiste più qualcosa di valido per sempre, un ideale nobile per cui vale vivere e sacrificarsi, tutto diventa possibile, incerto, consegnato all'attimo fuggente", ha detto il porporato secondo il quale Giovanni il Battista è morto perché "non ha avuto paura del potente di turno".
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