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Consiglio Autonomie locali dice no al Piano Casa della Regione

Disegno di legge bocciato con 13 no e 10 sì 'condizionati'

(ANSA) - GENOVA, 25 NOV - I Comuni e le Provincie liguri e la Città metropolitana di Genova hanno detto no al Piano Casa della Giunta Toti durante la riunione del Consiglio delle Autonomie locali. Lo hanno reso noto alcuni amministratori. La votazione ha riportato 13 no, 10 sì condizionati al recepimento di alcuni emendamenti e 4 astenuti (è composto da 30 membri). Durante la riunione ha prevalso la linea che "se il Piano venisse approvato dal Consiglio Regionale i Comuni sarebbero esautorati della possibilità di pianificare il territorio".

Il Piano Casa della Liguria permette, tra l'altro, interventi di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti con ampliamento sino al massimo del 35% del loro volume esistente, anche nel territorio dei Parchi e l'ampliamento di edifici esistenti. La Regione sottolinea, comunque, che la possibilità di applicare il Piano casa anche per gli interventi di ampliamento di edifici esistenti nei parchi liguri, non deroga alla normativa degli stessi Parchi e le possibilità di ampliamento "sono ammissibili solo se il Piano parco o le norme di controllo nel Parco lo consentono nei limiti volumetrici stabiliti e previo assenso dell'Ente Parco stesso".

Due settimane fa il Cal aveva preso tempo per poter approfondire la materia. Questo atteggiamento era stato salutato positivamente dalla Giunta regionale. "Ringraziamo gli amministratori locali che fanno parte del Cal, per aver valutato il Piano casa della Regione non in maniera ideologica ma utilizzando il buon senso", avevano detto il presidente Giovanni Toti e l'assessore all'urbanistica Marco Scajola. Oggi, dopo aver portato avanti gli approfondimenti, Anci era arrivato al Cal con un parere favorevole se pur condizionato, frutto di una lunga consultazione. Il parere faceva sintesi delle varie osservazioni dei Comuni. Ma durante la riunione è emersa che la maggioranza delle autonomie locali era contraria.

Il voto degli amministratori di centrosinistra ha pesato in maniera decisiva sulla bocciatura del Piano casa da parte del Consiglio delle autonomie locali. Ma in quello schieramento politico non c'è stata compattezza, a dimostrazione che il 'mal di pancia' è stato grande e che in alcuni hanno pesato più gli interessi dei territori rispetto all'appartenenza politica. Se i 13 voti contrari sono stati espressi tutti da 'uomini' del centrosinistra, tra i 10 che hanno detto un sì condizionato ci sono due amministratori di centrosinistra: il sindaco del Celle, Renato Zunino e il rappresentante della Provincia di Savona, Giovanni Ferrari. Gli altri sono tre di Forza Italia e cinque rappresentanti di liste civiche vicine al centrodestra. Ma decisivi sono stati gli astenuti, 4: tutti del centrosinistra. Sono il sindaco di Serra Riccò, Rosario Amico, il presidente della Provincia d'Imperia Fabio Natta, e due rappresentanti del Comune di Imperia, il presidente del Consiglio, Diego Parodi, e l'assessore Maria Teresa Parodi, esponenti di due liste civiche vicine al centrosinistra. Tre gli assenti: il presidente del Consiglio comunale di Savona, l'Udc Giuseppe Casalnuovo, il sindaco di Maissana Egidio Banti che guida una lista civica di centrosinistra, e il presidente del Consiglio comunale di Sanremo, Alessandro Il Grande anche lui di una lista civica di centrosinistra Tra i contrari emerge soprattutto la volontà di ribadire che la competenza in materia urbanistica è in mano ai Comuni. Il parere del Cal è obbligatorio, non vincolante, ma è evidente che la Regione Liguria dovrà tenere conto del malessere espresso dai rappresentanti delle comunità locali.
   

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