Le donne sufi della Turchia, le berbere del Marocco, la musica sefardita nella world music israeliana, ma anche un violinista cinese, una flautista legata alla musica cerimoniale shintoista, i pigmei animisti del Congo, i menestrelli dello sciamanesimo coreano e ancora artisti da Tibet e India. E' la 24/a edizione del Festival musicale del Mediterraneo (25/6 - 4/7) che si svolge nel centro storico di Genova, un'edizione dedicata al rapporto musica-religione-danza e denominata 'Musica degli Dei'. La rassegna presenta, tra l'altro, un'anteprima assoluta dei pigmei Ndima del Congo, mai usciti prima dal loro paese.
Altre curiosità l'abbinamento del soprano leggero Sivan Yonna con la violoncellista Rali Margalit e ancora B'net Hourraiyat, le berbere dal Marocco che si accompagnano con i sonagli metallici tubsil e la danza sufi turca al femminile del Galata Mevlevi Sema Ensemble e dell'Indira Melloul Group. "Il rapporto tra musica e misticismo c'è ma non si vede - ha detto il direttore artistico della rassegna, Davide Ferrari - Dopo la musica e le donne, e trans ed estasi, delle ultime due edizioni, abbiamo voluto esplorare il tema religioso come elemento di tolleranza e avvicinamento all'altro". Il Festival, organizzato dall'associazione Echo Art e patrocinato dalla Commissione nazionale italiana per l'Unesco, propone 10 giorni di concerti con 30 artisti provenienti da tutto il mondo e avrà come palcoscenico Palazzo Rosso e Bianco, Palazzo Tursi, Palazzo Ducale, Castello d'Albertis e la chiesa delle Vigne.
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