Usura: Libera, mafie protagoniste, interessi fino al 400%
Bubbico, meno ostacoli a credito legale per sottrarre risorse
11 maggio, 17:25 (ANSA) - ROMA, 11 MAG - Le inchieste giudiziarie nel periodo
2014-2016 parlano di una sessantina di clan mafiosi, dalla
Calabria al Veneto, impegnati nel mercato del prestito a
strozzo: a imprenditori e commercianti in difficoltà sono stati
prestati complessivamente poco più di 2 milioni di euro con un
ritorno di liquidità per i clan pari ad almeno 4 milioni e mezzo
di euro, e interessi dal 40 al 400% annui e dal 16 al 200%
mensili. Ma il giro di denaro è molto più grande, tanto che sono
stati sequestrati, tra società e contanti, 450 milioni di euro.
È il fermo immagine di Libera, che oggi ha promosso, insieme alla Fondazione antiusura 'Interesse Uomo', nella sede della Federazione nazionale della stampa, una giornata di riflessione.
"Negli ultimi anni - ha spiegato il Commissario Antiracket e Antiusura, il prefetto Domenico Cuttaia - le istanze di aiuti da parte degli usurati sono quasi raddoppiate", da 758 del 2013 a oltre 1.200 del 2016: questo significa che sono ache aumentate le denunce, ma fronte di un elevato numero di richieste, nel 2015 sono stati concessioni mutui e aiuti previsti dalla legge solo in 102 casi. I due terzi delle denunce di usura presentate riguardano l'usura bancaria, un terzo sono riconducibili a usura criminale, e un terzo trova riconoscimento per gli aiuti.
Secondo il viceministro all'Interno, Filippo Bubbico, occorre "sottrarre risorse al mercato illegale" allargando la platea di chi ricorre al credito legale. A suo avviso "il mantenimento della soglia di usura bancaria alimenta l'usura. Chi non riceve credito si rivolge a finanziarie borderline e soggetti criminali", quindi anche se con tassi più elevati (oltre la soglia) dovrebbe essere sempre possibile ricevere in prestito denaro. Un discorso da approfondire però - ha spiegato - per non agevolare un peggioramento delle condizioni anche per altri.
Cosa fare contro l'usura? "Riteniamo - ha sottolineato il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti - che il sistema delle misure di prevenzioni patrimoniali possa essere molto utile contro l'accumulazione di ricchezze. E anche il processo penale deve essere rilanciato per dare risposte più celermente".
"L'obiettivo resta la giustizia, chi è povero non è libero, le mafie non ci rendono liberi. È una nuova Resistenza chiedere che i diritti vengano affermati", ha concluso il presidente di Libera don Luigi Ciotti.
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È il fermo immagine di Libera, che oggi ha promosso, insieme alla Fondazione antiusura 'Interesse Uomo', nella sede della Federazione nazionale della stampa, una giornata di riflessione.
"Negli ultimi anni - ha spiegato il Commissario Antiracket e Antiusura, il prefetto Domenico Cuttaia - le istanze di aiuti da parte degli usurati sono quasi raddoppiate", da 758 del 2013 a oltre 1.200 del 2016: questo significa che sono ache aumentate le denunce, ma fronte di un elevato numero di richieste, nel 2015 sono stati concessioni mutui e aiuti previsti dalla legge solo in 102 casi. I due terzi delle denunce di usura presentate riguardano l'usura bancaria, un terzo sono riconducibili a usura criminale, e un terzo trova riconoscimento per gli aiuti.
Secondo il viceministro all'Interno, Filippo Bubbico, occorre "sottrarre risorse al mercato illegale" allargando la platea di chi ricorre al credito legale. A suo avviso "il mantenimento della soglia di usura bancaria alimenta l'usura. Chi non riceve credito si rivolge a finanziarie borderline e soggetti criminali", quindi anche se con tassi più elevati (oltre la soglia) dovrebbe essere sempre possibile ricevere in prestito denaro. Un discorso da approfondire però - ha spiegato - per non agevolare un peggioramento delle condizioni anche per altri.
Cosa fare contro l'usura? "Riteniamo - ha sottolineato il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti - che il sistema delle misure di prevenzioni patrimoniali possa essere molto utile contro l'accumulazione di ricchezze. E anche il processo penale deve essere rilanciato per dare risposte più celermente".
"L'obiettivo resta la giustizia, chi è povero non è libero, le mafie non ci rendono liberi. È una nuova Resistenza chiedere che i diritti vengano affermati", ha concluso il presidente di Libera don Luigi Ciotti.