Giovani: indagine, italiani pessimisti ma aperti a migranti
Sono gli italiani della Generazione Z, nati a cavallo Millennio
08 febbraio, 15:37 (ANSA) - ROMA, 8 FEB - Sono pessimisti verso il futuro e, più
dei coetanei di altri Paesi, pensano che il mondo stia
peggiorando. Ma hanno meno paura di immigrati e rifugiati e
chiedono al Governo di fare qualcosa in più per integrarli e
accoglierli. Più di altri ragazzi sognano una maggiore parità
economica, per garantire l'unità tra popoli, e considerano
l'opportunità di viaggiare e conoscere altre persone più
rilevante per la loro carriera, rispetto a remunerazione e
promozioni. Sono gli italiani della 'Generazione Z', cioè i nati
a cavallo del Millennio (tra il 1995 e il 2001), il cui profilo
emerge dal sondaggio di Populus "La generazione Z: Sondaggio
della cittadinanza globale - Ciò che la gioventù mondiale pensa
e sostiene", che ha messo a confronto le opinioni dei
giovanissimi di 20 Paesi. PER IL 53% ITALIANI IL FUTURO NON
SARA' ROSEO - Secondo i dati pubblicati oggi dalla Varkey
Foundation, l'Italia, con la Francia e la Turchia, ha registrato
la più elevata percentuale di giovani che pensano che le
prospettive di vita nel mondo stiano peggiorando (53%); solo il
7% ritiene che stiano migliorando, mentre il 38% non vede
mutamenti. OLTRE LA META' CHIEDE APERTURA VERSO PROFUGHI - Il
57% dei giovani italiani pensa che il nostro Governo stia
facendo poco per risolvere la crisi globale dei rifugiati. Al
contrario, il 12% pensa che stia facendo già troppo. In
generale, i ragazzi del nostro paese sono anche più aperti
all'immigrazione rispetto ad altri loro coetanei stranieri: il
38%, contro, ad esempio, il 27% dei francesi e il 31% degli
inglesi, è convinto che il Governo dovrebbe facilitare
l'integrazione e il lavoro legale degli immigrati in Italia;
solo il 18% vorrebbe che fosse reso più difficile. TERRORISMO E
GUERRE, LE PAURE DELLA 'GENERAZIONE Z' - Più di otto giovani su
dieci (83%), tra italiani e stranieri, hanno affermato che il
terrorismo e l'estremismo sono ciò che più li spaventa. L'81% è
preoccupato dalle possibilità di guerre e conflitti, mentre
percentuali più basse sono in ansia per cambiamenti climatici
(66%), crescita del divario economico tra i ricchi e i poveri
(69%), rischi di epidemie globali (62%) e rapidità dei
cambiamenti tecnologici (30%). OK MATRIMONI GAY, DIVISI SU
DIRITTO ESPRESSIONE - Gran parte della gioventù mondiale
sostiene i valori liberali quali la tolleranza, l'uguaglianza e
il progresso: dalla legalità dei matrimoni tra persone dello
stesso sesso (63% favorevoli), alla parità dei diritti tra
uomini e donne (89%), agli uguali diritti per le persone
transessuali (74%). I ragazzi si dividono invece sulla libertà
di espressione: solo circa la metà pensa che si debba sostenere
la libertà di parola anche quando questa possa causare offesa a
una religione (56%) o a un gruppo di minoranza (49%). Per quanto
riguarda la religione, per il 42% è parte importante della
propria vita, per il 39% non ha alcun significato. Ma i ragazzi
sono comunque tolleranti e frequentano persone appartenenti ad
altre fedi religiose. "In un'epoca di movimenti nazionalisti e
populisti, che focalizzano sulle differenze tra i popoli -
osserva Vikas Pota, ad della Varkey Foundation - le
testimonianze provano che i giovani condividono un'opinione del
mondo considerevolmente simile. C'è molta più unità tra i
giovani di quanto non si direbbe a prima vista. Credono
fermamente nel diritto di vivere il tipo di vita che si sceglie,
senza pregiudizi di sorta, qualsiasi sia l'estrazione sociale.
Ciò nonostante, sono una generazione profondamente pessimista sul futuro del mondo. Non sono influenzati in modo rilevante dai politici e ritengono che i loro governi non si sforzino sufficientemente per risolvere una delle grandi problematiche del nostro tempo, la crisi dei profughi". (ANSA).
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Ciò nonostante, sono una generazione profondamente pessimista sul futuro del mondo. Non sono influenzati in modo rilevante dai politici e ritengono che i loro governi non si sforzino sufficientemente per risolvere una delle grandi problematiche del nostro tempo, la crisi dei profughi". (ANSA).