ROMA - La politica agricola europea passa per Verona dal 9 al 12 aprile, nella quattro giorni di Vinitaly, appuntamento top per il business del vino italiano, che quest'anno celebrerà il 60/o anniversario dei Trattati di Roma, l'atto costitutivo della Comunità europea. Per la prima volta sarà presente in fiera il Commissario Ue all'Agricoltura, Phil Hogan, insieme al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, che torna invece a Vinitaly per la quarta volta consecutiva: "Un record per un ministro dell'Agricoltura italiano - ha sottolineato con ironia lo stesso Martina -, mi portate fortuna". Nella conferenza stampa di presentazione a Roma della 51/a edizione, anzi 50 + 1 come amano dire a Veronafiere, il ministro Martina ha chiesto a Verona, presente il sindaco Flavio Tosi, di "essere la capitale della riflessione sulle prospettive della politica agricola europea". "E' ormai una collaborazione oliata - ha detto Martina - quella tra Mipaaf e Vinitaly. Respirare quell'aria ci aiuta a capire le priorità delle imprese, con le quali daremo applicazione al Testo Unico del Vino, tanto atteso, e al Registro telematico, mentre stiamo lavorando sugli Ocm Vino per non perdere alcuna risorsa". Vinitaly 2017 conta oltre 4.120 aziende espositrici, a cui si sommano le 291 di Sol&Agrifood e le 200 di Enolitech, i macchinari della filiera vitivinicola. Tra gli espositori esteri, cantine da Usa, Ungheria, Polonia, Russia e, per la prima volta, da Andorra, Kosovo e dal Giappone, con sei aziende produttrici di sake. La 51/a edizione si presenta con un imponente piano di investimenti, maggiore internazionalità, occasioni di business e innovazione digitale, grazie ad un Piano che nel prossimo triennio innoverà profondamente le modalità di "fare fiera" e internazionalizzazione. "Manteniamo così la promessa - ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese - fatta ai 130 mila operatori, dei quali 49mila esteri, di cui 28mila buyer specializzati da 140 Paesi presenti nell'edizione 2016, quella dei 50 anni inaugurata dal presidente Mattarella". Il sindaco della città scaligera Tosi ha oggi sottolineato come e quanto "Vinitaly sia legata al territorio". Ma l'appuntamento è atteso dalle cantine di ogni regione. "E' il momento d'oro per il vino italiano, e a Vinitaly si fa il punto su ricerca agronomica, meno rame in vigna e e solfiti nel bicchiere, e sui nuovi mercati", ha detto il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella.
Nel panorama fieristico mondiale, ha detto Ernesto Abbona, vicepresidente vicario di Unione Italiana Vini (Uiv), "Vinitaly rappresenta l'unico evento dove il vino italiano è realmente protagonista indiscusso. È la 'nostra' fiera, patrimonio culturale e strumento di promozione strategica per le nostre aziende, i territori e il comparto, forte di un export che ha chiuso il 2016 con un record di 5,6 miliardi di euro (+4,3%)". Cia-Agricoltori Italiani sarà presente con un'area "ad hoc", in cui si alterneranno una quindicina di aziende d'eccellenza provenienti da Umbria, Toscana, Piemonte, Marche, Campania e Calabria, con workshop, degustazioni e convegni dedicati. "L'obiettivo - ricorda la Confederazione - è di promuovere e sostenere il vino Made in Italy e far conoscere sul mercato le nostre etichette e imprese di qualità".