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Brexit: Vinitaly, Londra non volta spalle a vino italiano

Brexit: Vinitaly, Londra non volta spalle a vino italiano

Mantovani, in fiera Verona 400 buyer in piu' dal Regno Unito

30 marzo 2017, 10:53

Redazione ANSA

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ROMA - Il Regno Unito si allontana dalla Ue ma non dal vino italiano, secondo il monitoraggio Vinitaly. ''A Vinitaly sono già stati registrati 400 nuovi buyer del Regno Unito mai venuti a Vinitaly, che si aggiungono agli oltre 500 presenti ogni anno''. Lo ha detto, oggi in occasione dell'avvio ufficiale del processo di uscita di Londra dall'Unione Europea, il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.

''Ovviamente - ha proseguito - è presto per prevedere cosa sarà del nostro vino nel secondo Paese importatore al mondo, ma ritengo che i freni commerciali non convengano a nessuno. Il Regno Unito esporta verso l'Ue l'equivalente annuo di 2,1 mld di euro in liquori e distillati e importa dal Continente 1 mld di bottiglie di vino per 2,6 mld di euro. Un business, quello del vino Ue, che per la Wine and Spirit Trade Association (Wsta) britannica vale nel Regno Unito il 55% di un settore da quasi 20mld complessivi di euro. Confidiamo - ha concluso Mantovani - nella negoziazione da parte della filiera europea del vino, un prodotto che ha visto incrementare notevolmente i suoi consumi a scapito della birra''. Di Brexit si parla a Vinitaly, dal 9 al 12 aprile, nel corso della tavola rotonda su Vino e Gdo. Sotto la lente i possibili effetti negativi, che per il direttore della potente Berkmann Wine Cellars, Alex Canneti, possono rivelarsi non banali. ''La Brexit - ha detto - è una sfida per le vendite dei vini europei poiché Australia, Sud Africa e Nuova Zelanda saranno i primi Paesi al mondo a istituire trattati bilaterali con il Governo inglese. L'unica soluzione a questa minaccia è - propone - consentire al Regno Unito un periodo di 10 anni per condividere le stesse condizioni commerciali e gli stessi oneri doganali dell'Unione Europea, oltre a negoziare un trattato di libero scambio. Ma certamente - conclude Canneti - i formaggi e il vino sono più esposti ai rischi rispetto ad altre forniture come le auto, le medicine e i prodotti finanziari, e quindi più oggetto di provocazioni politiche, come quella del segretario di Stato per gli Affari Esteri, Boris Johnson, che ha minacciato di alzare i dazi sul Prosecco''. Nel 2016, secondo l'Istat, le esportazioni di vino italiano hanno superato la cifra record di 763,8mln di euro (+2,3% sul 2015) grazie proprio alla performance del Prosecco. Scesi a 311,5mln di euro invece i volumi (-6,8%) ma in crescita il prezzo medio, a 2,45 euro/litro.

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