Il lavoro da fare per rendere la
regione un'eccellenza europea dell'innovazione è ancora lungo,
ma il quadro generale sta migliorando e nel settore degli
investimenti pubblici in ricerca e sviluppo il Lazio è fra i
primi della classe nell'Ue. È quanto emerge dall'Innovation
scoreboard regionale 2016 della Commissione Ue, che analizza nel
dettaglio le performance di 214 regioni appartenenti ai 28 Stati
membri e alla Norvegia. Il Lazio rientra all'interno della
categoria "innovatori moderati" insieme alla quasi totalità
delle regioni italiane, eccezion fatta per il Piemonte e il
Friuli-Venezia Giulia (a innovazione "forte") e la Sardegna (a
innovazione "limitata"). Tuttavia, la regione è citata nel
report insieme alla Provincia autonoma di Trento come rara
eccezione di regione appartenente a un Paese mediterraneo in cui
si registra un tasso di spesa pubblica in ricerca e sviluppo più
del 20% superiore alla media Ue. Il trend del Lazio è ampiamente
positivo e la sua performance innovativa generale è cresciuta
del 10% rispetto a due anni fa. L'Innovation scoreboard mostra
che i punti di forza del sistema innovativo laziale sono
l'esportazione di prodotti tecnologici, il numero di pmi
innovative presenti sul territorio e le pmi con prodotti o
processi industriali innovativi. Le debolezze sono invece il
numero di domande per la registrazione di brevetti, le spese in
innovazione che non riguarda il settore ricerca e sviluppo, e la
collaborazione delle pmi innovative con altri soggetti.
Allargando lo sguardo all'intero Paese, l'Italia figura alla
17esima posizione su 28 nella categoria il cui livello di
innovazione resta sotto la media Ue insieme a Croazia, Cipro,
Malta, Grecia, Spagna, Portogallo, Lettonia, Lituania, Estonia,
Slovacchia, Repubblica ceca e Polonia. L'Italia, tra l'altro, ha
migliorato la sua performance sull'innovazione solo dell'1,5%
nell'arco temporale 2008-2015.
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