Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Al teatro Argentina sbarca Ubu dagli echi napoletani

Al teatro Argentina sbarca Ubu dagli echi napoletani

Sino al 30/7 il capolavoro di Jarry firmato Cherstich / Serafini

ROMA, 22 luglio 2021, 17:18

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella grande spiaggia allestita al posto della platea del teatro Argentina per il precedente spettacolo ''Sun & Sea'' delle artiste Lituane Barzdziukaite, Grainyte e Lapelyte, premiato col Leone d'oro alla Biennale 2019, viene ora proposta una nuova produzione del Teatro di Roma (dove si replica sino al 30 luglio): ''Ubu Re'' di Alfred Jarry firmato da Fabio Cherstich e Luigi Serafini solo costruendo un lavoro a pianta centrale con gli spettatori nei palchi, dando alla sabbia poco o alcun valore reale o metaforico, anche se poi sono stati scelti abiti tutti bianchi per i protagonisti, quasi a suggerire un incongrua recita estiva tra i resti di un qualche cantiere con tubi che spuntano qua e là e costruzioni di tubi Innocenti. Padre Ubu, prototipo del tiranno vigliacco e feroce, avido e stupido, con al fianco Madre Ubu appena più concreta ma non meno divorata dall'ambizione, ha come lontano modello il Macbeth shakespeariano con l'assassinio come mezzo di conquista del potere, che però si reitera nella gestione del potere stesso con la persecuzione di nobili, magistrati e poi contadini da spremere con le tasse più folli, sino al finale autodistruttivo e la fuga per mare.
    Il testo, scritto nel 1896, alla prima suscitò scontri tra i gli spettatori entusiasti e quelli violentemente contrari e scandalizzati dalla provocazione, davanti a un cartello alzato in sala con scritto ''L'uscita è da quella parte'', che nel finale vediamo apparire in scena anche oggi, sorretto dalla figura dell'autore stesso (il performer Julien Lambert), aggiunta a far da testimone oltre che introdurre (come accadde alla prima parigina) e chiudere l'avventura di Ubu, con eloquenti esempi di Patafisica, la ''scienza delle soluzioni immaginarie'' che deriva proprio da questo personaggio. Un testo elementare e estremo assieme, geniale nella semplicità esemplare della sua provocazione che gioca sull'assurdo e il grottesco attraverso la ricerca dell'eccesso di cui Ubu è l'incarnazione.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza