Un "Cura Italia dell'edilizia", con
snellimento della burocrazia e rilancio degli investimenti
pubblici per consentire un domani la ripresa di un settore già
da anni in profonda crisi e che l'emergenza corona virus ha
fatto precipitare in una situazione drammatica. E' la proposta
lanciata dalla Federazione degli Ordini degli architetti del
Lazio, che in un lungo documento sottolineano la necessità di
mettere subito in campo "una riforma strutturale che parta da
una strategia e una visione di lungo termine".
Servono oggi, premettono gli architetti, "misure che tengano
conto di tutta la filiera del settore edile", dalle imprese ai
professionisti, dalle rivendite di materiali e agli artigiani
senza dimenticare gli agenti immobiliari. Perché oltre a far
fronte ai mancati incassi, si dovrà tenere conto delle mancate
commesse. Da qui le proposte per la ripresa, che vanno dallo
snellimento dei tempi e delle procedure alle detrazioni fiscali
per la riqualificazione degli edifici storici; dall'istituzione
di uno Sportello Unico nelle varie amministrazioni
all'allineamento delle diverse piattaforme digitali. E ancora:
dalla rivisitazione dei piani di rigenerazione urbana ad un
piano straordinario per le periferie e l'emergenza abitativa.
Tra le proposte anche il "rilancio di un piano per la messa in
sicurezza degli edifici, azioni coordinate per arginare i
fenomeni di dissesto idrogeologico, l'adeguamento sismico,
l'eliminazione delle barriere architettoniche". Quanto al
versante economico, gli architetti chiedono "finanziamenti
agevolati per l'efficientamento energetico, l'istituzione di un
fondo per dare nuovo impulso a opere pubbliche e di un fondo a
sostegno della libera professione". Questo oltre a detrazioni,
impulso al mecenatismo, coinvolgimento di Cassa Depositi e
Prestiti (Cdp).
"La sospensione dei vincoli imposti dal patto di stabilità,
annunciata dalla Commissione Europea - concludono - deve essere
colta come l'opportunità di una Cura Italia più ampia
dell'emergenza di queste settimane e che si dispieghi negli anni
a venire, in una inversione di tendenza degli investimenti
pubblici per un grande progetto di ricostruzione/rigenerazione
delle città e del territorio italiano".
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