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Ragazzo ucciso a Roma: due fermi per la morte di Luca, la droga dietro la rapina

La vittima, Luca Sacchi, aveva 24 anni

La caccia a chi ha ucciso Luca Sacchi finisce nel cuore della notte alla periferia di Roma. In un residence e sul terrazzo di un appartamento dove si erano nascosti gli autori dell'omicidio del giovane personal trainer, freddato con un colpo di pistola alla testa fuori ad un pub nella Capitale. La svolta alle indagini, che ha portato al fermo di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, ventenni del quartiere San Basilio, è arrivata nel tardo pomeriggio del 23 ottobre quando la madre di Del Grosso, autore materiale dello sparo, si è presentata in un commissariato della Capitale. "Mio figlio ha fatto una cazzata", le parole della donna che ha portato polizia e carabinieri del Nucleo Investigativo sulle tracce dei due. Ma novità emergono anche dalla dinamica dei fatti: l'omicidio, infatti, per un tentativo di rapina legato ad una compravendita di droga, che Anastasia, la fidanzata di Sacchi, aveva chiesto ai due di procurarle. Ma la quantità di soldi che la ragazza aveva nello zaino ha spinto i due a scipparla.

Poi il tentativo di difesa da parte di Luca finito nel sangue. Un teste, citato nel decreto di fermo, una sorta di 'mediatore' di Del Grosso dice alla polizia che la donna aveva nello zaino "soldi divisi in due mazzetti da 20 e da 50 euro". E racconta come, nelle fasi precedenti il delitto, si sia recato alla Caffarella con altre due persone "alle 21:30 del 23 ottobre incontrandone una terza, già a lui nota, al quale si presentava come inviato di Valerio". Doveva verificare, per conto di Del Grosso "se persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare come convenuto merce". Insomma dalle testimonianze emerge che i due pusher avevano una 'rete', almeno tre emissari, ed erano organizzati. Emerge al possibilità che fossero stati 'contattati' per l'acquisto di droga. Ed emerge che i fermati avevano complici tali, secondo la procura, da poter consentire loro una fuga.

Da qui la necessità del fermo. Nel cuore della notte, quindi, la "caccia all'uomo" ha subito una drastica accelerazione. Uno degli aggressori, Valerio Del Grosso, autore dell'omicidio, è stato rintracciato in un residence mentre l'altro, Paolo Pirino, nell'abitazione della fidanzata. Hanno entrambi precedenti: Del Grosso per botte alla ex, Pirino per droga. L'auto con cui si sono dati alla fuga, una Smart di colore bianco, è stata posta sotto sequestro. L'arma utilizzata per colpire a morte Sacchi non è stata ancora trovata mentre in un campo alla periferia della Capitale è stato individuata la mazza da baseball con cui gli aggressori hanno colpito Anastasia.

Contestati i reati di concorso in omicidio, rapina aggravata e detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo. Una indagine-lampo che però ha fatto emergere una dinamica differente. Gli inquirenti hanno ricostruito anche la fuga dei due, durata una notte. Pirino che va a casa della fidanzata, l'altro, Del Grosso, che va a prendere la compagna e si rifugia in un residence. "Abbiamo litigato, mi ha detto 'è successo un casino', ho sparato in testa a una persona": dice la donna agli inquirenti. Un quadro che spinge il capo della polizia Franco Gabrielli a dire che non si tratta "della storia di due poveri ragazzi scippati. Che Roma abbia i suoi problemi credo nessuno lo riconosca, ma rappresentarla come Gotham City...". Ma Anastasia, la fidanzata di Luca, nega tra le lacrime: 'La droga non c'entra nulla".




Ragazzo ucciso in rapina a Roma, fermati i due sospettati

 


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