Nella vicenda della nave SeaWatch,
che ha dovuto attendere 12 giorni davanti al porto di Siracusa
prima di avere l'ok allo sbarco a Catania il 31 gennaio scorso,
ci sono elementi per contestare il reato di sequestro di
persona. E' quanto sostengono i magistrati della Procura di Roma
che hanno inviato il fascicolo, al momento contro ignoti, ai
colleghi di Siracusa che ora dovranno valutare se esistono
profili di competenza del tribunale dei ministri di Catania.Il
procedimento era stato avviato alla luce di un esposto
presentato il primo febbraio in cui si ipotizzava il reato di
omissioni di atti di ufficio. I magistrati di piazzale Clodio
hanno, quindi, effettuato una serie di accertamenti delegati
alla Guardia Costiera da cui risulta che la vicenda della
SeaWatch, una ong tedesca, è sovrapponibile a quella della nave
Diciotti e che quindi il reato più grave è quello di sequestro
di persona e ciò radica il procedimento nel luogo in cui sarebbe
avvenuta la limitazione della libertà personale.
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