Il Comando provinciale della Guardia
di Finanza di Roma ha confiscato beni per 18,5 milioni di euro
al clan mafioso Fasciani. Le indagini hanno riguardato in
particolare il patrimonio dei fratelli Carmine e Terenzio
Fasciani e hanno permesso di accertare come i due avessero
accumulato, nel tempo, un ingente quantitativo di beni mobiliari
e immobiliari, in parte intestati ai loro familiari, in misura
assolutamente sproporzionata rispetto ai redditi lecitamente
percepiti. E' emerso un vero e proprio "inquinamento"
dell'economia legale del litorale, attuato sfruttando
consapevoli "prestanome" che erano stati posti formalmente a
capo di numerose società operanti nel settore della
ristorazione, della panificazione, della gestione di
stabilimenti balneari e del divertimento notturno (comparti che
meglio si prestano al reimpiego dei proventi illeciti),
utilizzate come "schermo" per celare il "centro di interessi
occulto" facente capo ai Fasciani.
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