Condanna di Paolo Cipriani, ex
direttore generale dello Ior, ad un anno di reclusione, e del
suo vice, Massimo Tulli, a dieci mesi. E' quanto chiesto oggi
dal pm della procura di Roma Stefano Rocco Fava al processo
sulle presunte omissioni (violazione delle norme
antiriciclaggio) legate ad operazioni ritenute sospette e
culminate, nel 2010, nel sequestro di 23 milioni di euro, poi
restituiti alla banca della Santa Sede. "Lo Ior - ha detto il pm
Fava durante la requisitoria - è luogo dove nascondere danaro di
provenienza illecita. L'istituto di credito si è sempre
relazionato con le banche italiane senza fornire alcun tipo di
informazione". Il processo ha preso spunto dall'inchiesta che ha
riguardato la violazione, da parte della banca vaticana, degli
obblighi previsti dalle norme antiriciclaggio con particolare
riferimento alla richiesta al Credito Artigiano di trasferimento
di 23 milioni di euro alla tedesca J.P. Morgan Frankfurt (20
milioni) ed alla Banca del Fucino (tre milioni).
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