Ritenuto dall'accusa il mandante
dell'omicidio di Serafino Maurizio Cordaro, il barista ucciso a
Roma nel marzo 2013, Stefano Crescenzi è stato condannato a 23
anni di reclusione. La sentenza è stata emessa dalla prima Corte
d'Assise, presieduta da Anna Argento. Il Pm aveva chiesto una
condanna dell'uomo all'ergastolo; i giudici però hanno ritenuto
di dover escludere l'aggravante della metodologia mafiosa,
concedendo all'imputato le attenuanti generiche equivalenti alla
premeditazione. Era il 30 marzo 2013 quando, intorno alle 21, ci
fu l'agguato a Cordaro, che lavorava in un bar nel quartiere
Casilino. Fu raggiunto da tre colpi di pistola alla testa e al
torace, esplosi da un uomo che, secondo quanto al tempo si
apprese, si curò di far uscire tutti gli avventori prima di
sparare. L'aggressore indossava un casco da moto e fuggì su uno
scooter. Il barista morì il giorno successivo. Gli investigatori
legarono da subito l'episodio a un contrasto per il traffico di
droga nel quartiere romano di Tor Bella Monaca.
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