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Doina Matei, sospesa la semilibertà dopo le foto su Facebook

Omicidio metro Roma

Doina Matei, sospesa la semilibertà dopo le foto su Facebook

Il leagale: 'Vittima di bomba mediatica'

ROMA, 13 aprile 2016, 10:38

Redazione ANSA

ANSACheck

Doina Matei - RIPRODUZIONE RISERVATA

Doina Matei - RIPRODUZIONE RISERVATA
Doina Matei - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Doina Matei non ha perso la semilibertà ma le è stata solo sospesa". Lo afferma l'avvocato Nino Marazzita, difensore della ragazza che nel 2007 uccise con una ombrellata nell'occhio Vanessa Russo ad una fermata della metropolitana di Roma. Della vicenda scrive il Corriere della Sera affermando che la decisione è stata presa dal tribunale di sorveglianza di Venezia dopo che alcune foto della ragazza sono comparse su Facebook.

L'uccisione di Vanessa Russo negli archivi ANSA
   
"Il provvedimento mi è stato notificato ieri sera - afferma Marazzita -. Adesso dovrò attendere che il giudice di sorveglianza di Venezia, e non più il Tribunale, mi convochi per valutare il da farsi". In merito alla decisione di pubblicare delle foto sul social network, Marazzita afferma che "Matei e' stata vittima di una bomba mediatica" ma che "forse si e' lasciata trascinare dalla vanità. Va capita: e' ancora una ragazza e non dimentichiamo che viene da un retroterra familiare terribile". 

Orlando, beneficio revocato, norme ok - In tema di semibiliertà e di concessione di benefici penitenziari non ci sono "vuoti di tutela" da colmare "interventi normativi ulteriori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando rispondendo durante il question time ad un'interrogazione sul caso di Doina Matei, la giovane che il 26 aprile 2007 uccise Vanessa Russo, e a cui è stata revocata la semilibertà dal magistrato di sorveglianza di Venezia Vincenzo Semeraro, dopo aver visto il suo profilo su Facebook. "Il nostro ordinamento già prevede meccanismi idonei a reprimere e sanzionare le violazioni delle prescrizioni connesse alla concessione dei benefici penitenziari" ha sottolineato Orlando e questi meccanismi sono stati "tempestivamente attivati" dal giudice di Venezia, che ha revocato la decisione precedente, "avendo riscontrato nel comportamento tenuto dalla donna, una violazione delle prescrizioni imposte con il programma di trattamento legato alla concessione della semilibertà". La concessione del beneficio a Doina Matei, ha sottolineato Orlando, "era stata condizionata al rispetto di specifiche prescrizioni ed, in particolare, ad un utilizzo limitato e predeterminato del telefono cellulare, che era stato autorizzato 'esclusivamente per comunicare con l' istituto di pena, con l'UEPE, con il datore di lavoro' e con singole persone previamente individuate". Ed invece "l'accesso al social network, in considerazione della natura e della diffusività dello stesso, consente alla condannata di intrattenere rapporti con un numero indefinito di soggetti, ulteriori e diversi da quelli preventivamente individuati ed autorizzati nel provvedimento di concessione del beneficio, realizzando in tal modo la violazione delle prescrizioni imposte".

UN'IMMAGINE DI VANESSA RUSSO

Tribunale, udienza entro 30 giorni - "Il provvedimento relativo a Doina Matei sulla semilibertà è sospeso in attesa dell'udienza che si terrà entro 30 giorni dalla notifica". A dirlo Giovanni Maria Pavarin, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Venezia, in relazione alla donna romena reclusa nella casa circondariale di Venezia per aver colpito ad un occhio ed ucciso con un ombrello Vanessa Russo nel corso di una lite in metropolitana a Roma nel 2007. Matei, condannata a 16 anni di reclusione, aveva ottenuto la semilibertà andando a lavorare in una pizzeria a poca distanza dalla Casa circondariale nelle mura della quale dove rientrava entro le 23. A portare alla sospensione del provvedimento, un'ordinanza del Giudice Vincenzo Semeraro dopo che la ragazza aveva pubblicato delle fotografie su un suo profilo Facebook che la ritraevano nella vicina isola del Lido in momenti di spensieratezza. Pavarin non ha specificato la data esatta dell'udienza "le carte sono in mano al legale della donna" ha puntualizzato, sottolineando che "l'udienza potrà essere pubblica o meno solo a discrezione della Matei".

La direzione del carcere femminile veneziano non entra nella vicenda ricordando però che la semilibertà è comunque una pena e che non è compito dell'istituto entrare nel merito della valenza di un provvedimento restrittiva. La vicenda, poi, ora è nelle mani del legale della Matei. Nessun commento riguardo alla domanda sul comportamento di Doina Matei all'interno dell'istituto, limitandosi a far sapere che di casi singoli non si tratta mai ma solo, eventualmente, della situazione generale all'interno della struttura.

Antigone, tornati a caccia alle streghe - "Vanno viste le motivazioni. Quanto finora letto fa rabbrividire. Siamo tornati alla caccia alle streghe". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - associazione che da 25 anni si occupa di garanzie nel sistema penale -, riferendosi al caso di Doina Matei, la ragazza romena che nove anni fa uccise Vanessa Russo sulla metropolitana di Roma con un ombrello. "Siamo in attesa di valutare -aggiunge- le ragioni giuridiche della revoca della semilibertà. Si è scatenato un putiferio per le foto pubblicate dalla ragazza su facebook. Ma è vietato sorridere? E' criminale farsi fotografare? All'epoca dei fatti la ragazza aveva 18 anni e le fu inflitta una pena di 16 anni. Oggi, dopo aver scontato oltre metà della stessa in galera Doina Matei aveva ottenuto il regime della semilibertà che, occorre ricordarlo ai tanti che in queste ore si agitano perché 9 anni sono pochi per un delitto di quel tipo, è una prosecuzione della pena stessa e non una rimessa in libertà". "Il carcere deve essere un luogo di risocializzazione e non di vessazione. È compito dello Stato quello di garantire questo principio costituzionalmente affermato", dice Gonnella. "Nel caso specifico - sottolinea - Doina ha il diritto di essere felice e, nella sua condizione di semi-libera, a meno che l'ordinanza del magistrato di sorveglianza non preveda altro, ad avere un profilo facebook come tutti i giovani della sua età. E' comprensibile la reazione della famiglia di Vanessa Russo che quotidianamente vive con il dolore per la perdita della figlia. La giustizia però non deve perdere la sua razionalità. Invece qui pare sia finita nelle mani degli umori popolari, sempre che le si imputi solo delle foto su fb".

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