Sono arrivati da ogni angolo della periferia romana, da Corcolle all'Aurelio, da Settecamini a Torpignattara. Non in tanti ma decisi si sono ritrovati nel cuore della Capitale, all'Esquilino, per la marcia di contestazione contro il sindaco Marino e le sue politiche sociali. "Ci ha abbandonato al degrado, se ne deve andare, siamo pronti a non pagare più una tassa", ribadiscono durante il corteo che più volte ricopre di applausi la delegazione di Tor Sapienza, il quartiere ad est della Capitale teatro nei giorni scorsi della violenta contestazione agli immigrati del centro d'accoglienza. Tra i partecipanti è un continuo vociferare di episodi di violenza ai danni di italiani da parte di immigrati ed extracomunitari, come l'anziano picchiato a Fidene. Qualcuno si spinge persino a ricordare la più tragica vicenda di Giovanna Reggiani, la donna stuprata ed uccisa sette anni fa a Tor di Quinto. Tra bandiere tricolore, l'inno di Mameli e qualche saluto romano, i manifestanti si lanciano in invettive contro campi nomadi, immigrati clandestini e centri di accoglienza. "Non siamo razzisti", precisano ad ogni rallentamento del corteo. E per dimostrarlo chiamano un ragazzo di colore che sorregge lo striscione di testa del corteo a salire sul camioncino che guida la manifestazione. Ma sulle note di Mameli il giovane, che balbetta un italiano insicuro, non può far altro che abbozzare un sorriso a favore di fotografi e telecamere.

A sfilare lungo i Fori Imperiali e piazza Venezia c'è anche una folta delegazione di politici ed ex amministratori locali di centrodestra. Dall'ex sindaco Gianni Alemanno al vicepresidente dell'Assemblea Capitolina, Giordano Tredicine. Davanti a loro un lungo tricolore sfiora l'asfalto, mentre dagli altoparlanti si diffondono le note di Battiato, Bennato, Venditti e Francesco Salvi. Il suo "C'è da spostare una macchina" fa il verso al sindaco Marino e al posto che, fino a qualche settimana fa, aveva riservato nel parcheggio del Senato. "Marino lascia la Panda e compra un pattino", un altro coro che ironizza sugli allagamenti in città durante il maltempo di alcuni giorni fa. I manifestanti - un migliaio in tutto - si ritrovano a piazza SS Apostoli, a pochi passi dal Campidoglio, preso di mira da cori e slogan. Dal palco improvvisato nella piazza si alternano rappresentanti dei quartieri ed esponenti di associazioni locali. Tutti denunciano il degrado delle periferie e la sensazione di abbandono ed incertezza che vivono i residenti lontano dal centro storico. "Ci ha lasciati soli, deve andarsene", gridano in coro mentre dal cielo comincia a cadere qualche goccia di pioggia. "Ragazzi, ora tornate in fretta a casa, altrimenti rimarrete bloccati da qualche parte", ironizzano dandosi appuntamento per il 21 novembre all'Eur "contro la prostituzione e l'illegalità".