(ANSA) - MILANO, 13 APR - Prosegue la crescita del mercato Internet of Things in Italia che nel 2017 ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro (+32% rispetto al 2016), spinto sia dalle applicazioni su cellulare (2,2 miliardi di euro, +29%), sia da quelle che utilizzano altre tecnologie di comunicazione (1,5 miliardi di euro, +36%). I servizi sono il motore della crescita e costituiscono il 34% del mercato (1,25 miliardi di euro, +52% rispetto annuo). E' quanto emerge da una ricerca dell'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
A trainare l'Internet delle Cose in Italia è ancora il mercato dei contatori intelligenti che raggiunge i 980 milioni di euro (+3% rispetto al 2016). A seguire, ci sono le auto smart, con 810 milioni di euro (+47%), le applicazioni di smart building (520 milioni, +2%) le soluzioni IoT per la logistica (360 milioni, +45%), per la città (320 milioni, +40%) e per la casa (250 milioni, +35%). Poi c'è la 'smart factort', introdotta quest'anno, con un mercato che vale 150 milioni di euro. Per il 2018 i tassi più significativi di crescita sono previsti per smart metering e smart car, insieme a smart home e industrial IoT. Aumenta poi la fiducia degli investitori verso le startup IoT a livello internazionale: cresce sia il totale dei finanziamenti raccolti (4,8 miliardi di dollari, +30%), sia il finanziamento medio (30 milioni di dollari, +100%).
Per quanto riguarda l'Internet delle cose applicato all'industria, "è in pieno sviluppo, principalmente grazie al piano nazionale industria 4.0 che ha contribuito a diffondere conoscenza sul tema e all'adozione di soluzioni IoT nelle aziende", viene spiegato dall'Osservatorio. Oggi, secondo la ricerca, solo l'8% delle imprese non conosce l'Industria 4.0 (contro il 25% del 2016), il 28% sta valutando come passare all'azione e circa un terzo degli imprenditori ha partecipato a eventi e incontri di approfondimento. I progetti di Industrial IoT più diffusi in Italia sono legati al controllo dell'avanzamento della produzione (31% dei casi), alla manutenzione preventiva (28%), a un maggior supporto agli operatori nello svolgimento delle attività sulla linea (22%) e al material handling (20%).