(ANSA) - MILANO, 27 GIU - I costruttori italiani di macchine tessili si preparano alla 'quarta rivoluzione industriale' con un settore in crescita e un export in ascesa. Nel 2016 la produzione è aumentata del 5%, rispetto al 2015, raggiungendo il valore di 2,7 miliardi di euro, con esportazioni in crescita del 4% a 2,3 miliardi. "Ora dobbiamo cogliere la sfida di Industria 4.0 per essere ancora più competitivi", sottolinea il presidente uscente di Acimit, Raffaella Carabelli, presentando i dati del settore, in occasione dell'Assemblea annuale dell'associazione. "Sono soprattutto le misure del governo legate a Industria 4.0 -aggiunge- che potranno fornire al nostro settore l'occasione per operare un cambio di passo". Per Acimit, gli incentivi hanno contribuito a far ripartire la domanda interna: le consegne interne dei costruttori italiani sono infatti aumentate del 14%. Adesso, a guidare i costruttori di macchine tessili verso la quarta rivoluzione industriale sarà il neo presidente di Acimit, Alessandro Zucchi, eletto oggi dall'Assemblea. "Industria 4.0 è una direzione obbligata", afferma Zucchi, evidenziando però che "il 60% delle aziende del meccanotessile fattura fino a 5 milioni di euro. Diventa quindi difficile per imprese di questa taglia pensare a grandi investimenti". Il piano nazionale del governo "lo abbiamo accolto positivamente, ma non si può contare solo sull'aiuto pubblico, dobbiamo imparare a contare sulle nostre forze". Per Zucchi la soluzione è fare sistema: "sarebbe bello- dice - vedere una collaborazione tra aziende, perlomeno complementari, che possano porsi sul mercato in maniera integrata e siano in grado di offrire un pacchetto completo". Ma il meccanotessile è pronto a cogliere questa sfida? Secondo un'indagine di Rina Consulting, i costruttori di macchine tessile mostrano una buona conoscenza delle tecnologie abilitanti, necessarie per la trasformazione digitale, ed adottano alcune di esse (in particolare cloud e cybersecutity) con riscontri positivi sulla produttività. Ma c'è ancora una mancanza di competenze specifiche rispetto alle tecnologie 4.0 all'interno delle aziende tessili. "Le nuove tendenze della domanda, ben sintetizzate dal fenomeno del fast fashion e dalla rapidità del time to market, richiedono processi produttivi altrettanto veloci, in grado di dare risposte immediate ai consumatori", spiega Carabelli, sottolineando che in questo scenario "la digitalizzazione può costituire un ulteriore vantaggio competitivo".(ANSA).