(ANSA) - MILANO, 14 NOV - Gli imprenditori lombardi della meccanica promuovo il piano nazionale Industria 4.0: quasi due pmi su tre (63,6%) giudica positivamente o discretamente gli effetti sul settore. Tuttavia le imprese della regione esprimono la necessità di "un piano pluriennale e di una minore attenzione rivolta alle grandi imprese". E' questa la fotografia che emerge dell'Osservatorio Mecspe con focus su Lombardia, presentato oggi a Brescia da Senaf in occasione della quinta tappa dei "Laboratori Mecspe fabbrica digitale".
Tra le iniziative previste dal piano Calenda, gli imprenditori attribuiscono "grande rilevanza" all'iper-ammortamento (il 68,8%), alla defiscalizzazione dei premi di produzione (61,3%), al credito d'imposta per attività di ricerca e sviluppo (59,4%) e al miglioramento delle infrastrutture digitali abilitanti (54%). Rispetto al proprio percorso verso l'innovazione e l'Industria 4.0, c'è una percezione positiva dell'impatto sulla forza lavoro. Più di due imprenditori su tre (67,2%) ritengono che la tecnologia migliori la qualità del lavoro dei dipendenti, i quali non la percepiscono come una minaccia ma come un'opportunità (47,7%). Nei prossimi anni, la stragrande maggioranza delle aziende (81,3%) è disposta a investire una quota del proprio fatturato per trasformare l'impresa in una 'Fabbrica Intelligente'.
L'imprenditore è la figura preposta a guidare questo processo di innovazione digitale, che - in più di due pmi su tre - si prevede porterà un aumento dei ricavi fino al 15%. Per quanto riguarda l'anno in corso, il 43,7% delle pmi lombarde della meccanica nel primo semestre 2017 ha registrato un aumento del fatturato e più della metà (54,3%) prevede una crescita per la restante parte dell'anno. Ad oggi, chi ha introdotto nuove tecnologie abilitanti, ha privilegiato soluzioni per la sicurezza informatica (64,4%) e la connettività (57,6%), il cloud computing (27,1%), la produzione additiva e la simulazione (25,44%). Al momento i principali fattori di rallentamento della digitalizzazione sono rappresentati da un rapporto incerto tra investimenti e benefici e dall'arretratezza delle imprese con cui si collabora (45,8%), dall'assenza di un'infrastruttura tecnologica di base adeguata (37,3%), dalla mancanza di competenze interne (33,9%) e dagli investimenti richiesti troppo alti (25,4%).