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Fede e green, Andrea Romano insegue un major in nome di Dio

Successi e vittorie, giovane talento cresciuto nel mito di Woods

Federico Colosimo Roma

Un talento cresciuto nel mito di Tiger Woods, ma con il cuore sempre ispirato da Dio. I numeri e i risultati parlano di Andrea Romano come di uno dei più promettenti golfisti anche sulla scena internazionale: non ha ancora diciotto anni (li compirà a giugno) eppure sui green si è già fatto notare questo ragazzo che crede fortemente non solo in quello che fa ma soprattutto nel Signore. Non c'è giorno, match o impegno che tenga: la fede viene prima di tutto. Romano, tesserato per il Golf Club Castelgandolfo, ha sogni da atleta, e nei suoi c'è quello di vincere un major; ma anche sogni di una vita fuori dal campo da golf, come quello di farsi una famiglia. Fidanzato da pochi mesi con una collega golfista, sta impressionando tutti a suon di vittorie. Prima i titoli italiani "Baby" (2012), poi quelli "Pulcini" (2013-2014), quindi un'escalation di successi che hanno attirato su di sé l'attenzione di diversi college statunitensi, pronti a duellare per accaparrarsi le sue prestazioni. Ma Andrea, al contrario di tanti suoi coetanei, non sogna l'America. In Italia sta bene e, per il momento, non ha alcuna intenzione di andarsene. Quella che sta per concludersi, per lui, è stata senza dubbio una stagione da incorniciare. La vittoria nel campionato "Match play" ragazzi, la medaglia d'argento in Francia agli Internazionali Under 18 e il trionfo all'English Boys U18 Open Amateur. Successi costruiti nel tempo "grazie" a tantissime rinunce che non gli hanno permesso di godersi appieno amici (suo grande rimpianto) e divertimenti. Merito anche di una mamma molto presente a cui Andrea deve tanto, e di quella passione cominciata a quattro anni, quando già impugnava mazze di plastica e lanciava palline a colpi di "swing". La strada era segnata, per Romano i prati hanno sempre significato il golf. La prima prova al "Tevere Golf" a Roma, poi l'incontro con Simone Selli, il suo maestro: "E' lui - racconta - che mi ha creato. Per me è come un secondo papà. Ma da quando sono entrato in Nazionale mi segue anche Alberto Binaghi (già maestro di Matteo Manassero, ndr), che è bravissimo". 

Sogni, progetti, pensieri: Romano si "confessa" e svela i suoi obiettivi.

Tanti successi tra i giovani, Romano dove vuole arrivare?
L'obiettivo sono i tornei dell' European Tour per rimanerci in pianta stabile. Vincere mi ha reso più sicuro delle mie capacità contribuendo anche a farmi conoscere e apprezzare.
Riflettori puntati addosso, tante aspettative. Sente la pressione?
Assolutamente sì, tanto. Il segreto, a mio avviso, è quello di pensarci il meno possibile e giocare in maniera naturale: spontanea.
Quali, i prossimi obiettivi da raggiungere?
La stagione è praticamente finita. C'è un'ultima gara a Cervia, i campionati assoluti 'match play'. Conto di chiudere al meglio. - E il mito sportivo?
Sicuramente Tiger Woods. Mentre in Italia i miei modelli sono Matteo Manassero, i fratelli Molinari e Renato Paratore. Con lui condivido molti allenamenti.
Dove può migliorare ancora?
Credo che il mio colpo migliore sia il 'drive'. In tanti pensano sia il 'putt', ma non mi reputo ancora un grande 'puttatore'. L'obiettivo è sicuramente quello di migliorare questo colpo.
Avere all'interno della Federgolf uno come Gian Paolo Montali, da sempre fautore dei giovani, è motivo di stimolo e orgoglio?
E' certamente un onore. Ho avuto il privilegio di parlare al telefono con lui dopo la vittoria all'English Boys. I suoi complimenti mi hanno emozionato.
Quanto è importante il ruolo esercitato dalla FIG con voi ragazzi?
E' fondamentale. Senza il loro contributo i nostri successi non sarebbero stati possibili. In tanti tornei ho chiacchierato con ragazzi di altri paesi che lamentavano l'impossibilità di esprimersi al meglio per mancanza di mezzi e risorse. Noi giocatori italiani siamo fortunati, la Federazione non ci ha mai fatto mancare il suo supporto.
Pensare di poter partecipare alla Ryder Cup del 2022 può essere per lei un obiettivo a portata di mano?
E' il sogno di tutti. Lavoro ogni giorno per far sì che questo desiderio possa realizzarsi.
Conciliare scuola e golf è possibile?
Sicuramente sì. Ho scelto un indirizzo sportivo e devo dire che i professori mi aiutano e comprendono. Il trucco è quello di prestare attenzione durante le lezioni.
Le rinunce più grandi?
Vorrei poter dedicare più tempo ai miei amici. Questo, per me, è un grande rimpianto.
Cosa rappresenta il golf?
Davvero faccio fatica a spiegarlo attraverso le parole. Solo chi pratica questo sport può capirlo. Il golf aiuta a mostrare il carattere e concede sensazioni che nessun'altra disciplina può dare.
Il sogno più grande?
Il desiderio da sportivo è quello di vincere un major, mentre da uomo di avere una famiglia. Sempre nel nome di Dio.

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