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Pietrangeli non solo tennis, 'Ryder Cup occasione unica'

Presidente onorario del Marco Simone Club, evento che va promosso al top

Redazione ANSA

(di Federico Colosimo) Nicola Pietrangeli è stato il tennista italiano più forte di sempre. Un campione nato con la passione per lo sport, prima il calcio, la consacrazione con la racchetta e il divertimento con il golf. Un fuoriclasse che grazie alle sue imprese sportive ha ispirato le generazioni successive, portandole al trionfo azzurro più importante da capitano non giocatore. Quello arrivato in Coppa Davis nel 1976 contro il Cile grazie alle magie della squadra rappresentata in campo da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli.
    "Insieme al secondo successo al Roland Garros - rivela Pietrangeli all'Ansa - quella è stata la vittoria più importante della mia carriera. A Santiago del Cile abbiamo scritto la storia". Classe 1933, è il signore della terra rossa. Lui che prima di scrivere pagine di storia del tennis cullava il desiderio di diventare un grande calciatore. Ci ha provato prima nelle giovanili della Lazio, poi alla Viterbese, virando definitivamente sul tennis. Ma Pietrangeli s'è divertito anche a giocare a golf. "Adesso ho smesso, eppure per diverso tempo sono sceso sul green insieme a un mio caro amico. Dopo ogni partita chi perdeva era costretto a pagare un piatto di spaghetti.
    Sembrava ci giocassimo la Ryder Cup, tra arrabbiature e prese in giro". Adesso Pietrangeli è anche il presidente onorario del Marco Simone Golf & Country Club, teatro della sfida italiana tra Usa ed Europa del 2022: "La Ryder è il terzo evento sportivo più seguito al mondo. Rappresenta un'occasione unica che l'Italia deve sfruttare. Si tratta di un avvenimento straordinario, che va pubblicizzato sempre di più. Servono 1.000 pullman al giorno in giro per il Paese a ricordare l'importanza di questa manifestazione. Sono contento che agli Internazionali di tennis, per il terzo anno consecutivo, sarà allestito uno stand dedicato al golf. E' un'occasione per sponsorizzare la kermesse". L'attrazione per il green è stata condivisa anche con l'amica (e compagna di mille battaglie) di una vita, Lea Pericoli: "Lei è formidabile, ancora oggi gioca ogni giorno. Ma voglio raccontarle un aneddoto. Passavo ore ed ore al telefono con il principe Ranieri di Monaco a parlare di tennis e golf. Adorava raccontare barzellette ma non mi sono mai vantato di essere un suo amico. Ho sempre sperato fosse lui a dirlo. Ci volevamo bene". In carriera Pietrangeli vanta anche due trionfi al Roland Garros (1959 e 1960) e altrettanti successi agli Internazionali d'Italia (1957 e 1961). Competizione, quest'ultima, che ha segnato nel tempo una vera e propria era Pietrangeli, durata oltre 20 anni. Tra il 1952 e il 1973 "Nick" è arrivato a disputare 22 edizioni della massima rassegna nazionale di tennis collezionando 2 vittorie, altrettante finali, tre semifinali e quattro quarti di finale. Oltre ad otto finali di doppio, sette delle quali al fianco di Orlando Sirola. Gli Internazionali d'Italia rappresentano dunque una bella fetta della vita sportiva di Pietrangeli, che a ridosso della 75/a edizione non nasconde la propria emozione mischiata alla solita allegria che contraddistingue un campione senza tempo: "Il torneo è alle porte, significa che è passato un altro anno della mia vita".
    Per il mito del tennis azzurro questo è un appuntamento irrinunciabile, visto che nel 2006 la Fit (Federazione italiana tennis) gli ha anche intitolato il campo più importante del Foro Italico, quello della (ex) Pallacorda. "Un vero privilegio".
    Soltanto un grande campione come l'australiano Rod Laver aveva avuto in passato un simile onore. "Ma non chiedetemi chi fosse più forte tra lui e Federer. Impossibile stabilirlo. 'Chi vincerà quest'anno gli Internazionali a livello maschile?' Stavolta non ho dubbi: Nadal. Lo spagnolo ad oggi sembra imbattibile". Unico italiano, insieme a Gianni Clerici, ad essere ammesso nell'International Tennis Hall of Fame, Pietrangeli vuole riservare un consiglio alle nuove generazioni di tennisti. "Non pensate ai soldi ma ad allenarvi con impegno e serietà. Oggi se non sei prima di tutto un atleta non puoi pensare di arrivare in alto. Il talento da solo non basta". Quanto al livello generale del movimento italiano, il pensiero di Pietrangeli è chiaro.
    "Per 10 anni campionesse come Roberta Vinci e Flavia Pennetta hanno mantenuto il tennis azzurro ad alti livelli. Ora gli uomini convincono più delle donne, ma tutto questo non è abbastanza. Abbiamo un grande giocatore, Fabio Fognini. Sta a lui dimostrare di essere un campione, ma non deve più perdere occasione per farlo".
   

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