(ANSA) - ROMA, 09 SET - Bello, sorridente e vincente. Arnold Palmer con la sua gentilezza e quell'indelebile ciuffo biondo riuscì nell'impresa di far uscire il golf dai pregiudizi rendendolo uno sport non di nicchia ma globale. Tra i più grandi di sempre del green, il 10 settembre avrebbe compiuto 90 anni. Campione anche di umiltà, se n'è andato tre anni fa, per complicazioni cardiache. Eppure la stampa americana è ancora ai suoi piedi. "Leggenda e campione senza tempo". Da "Golfweek" a "GolfDigest", i principali siti specializzati a stelle e strisce lo esaltano.
Una carriera durata quasi quarant'anni quella di uno dei re del golf - soprannominato, non a caso, "The King" - decollata e racchiusa anche e soprattutto in sette anni show, fra il 1958 e il 1964, in cui vinse altrettanti Majors: 4 Masters, 2 Open Championship e 1 US Open. Senza però riuscire a completare il Grande Slam, a causa di tre secondi posti (1964, 1968 e 1970) nel PGA Championship, torneo davvero stregato per Palmer e tra i grandi rimpianti di un percorso netto e vincente. Sessantadue le imprese sul PGA Tour (l'ultimo nel 1973), con l'incoronazione nella Hall of Fame arrivata nel 1974.
Prima star in assoluto del golf, era uno di quei personaggi capaci di bucare lo schermo. Con l'immancabile sigaretta in bocca alla James Dean, vero marchio di fabbrica, riuscì a rendere il "green" più cool. I tifosi lo adoravano e ad attenderlo c'era una vera brigata, l' "Arnie's Army". Forse perché veniva dal nulla e precisamente da Latrobe (contea di Westmoreland), piccolo paese della Pennsylvania. Figlio di un commesso di un negozio di articoli da golf, ha iniziato a giocare da piccolissimo (3 anni) con un ferro tre messogli in mano proprio dal papà. Mai una partita giocata in difesa, sempre all'attacco.
Nell'impressionante bacheca di Palmer si contano anche sette Ryder Cup con gli Stati Uniti, di cui l'ultima vinta da capitano non giocatore. Per un totale di 95 tornei conquistati che lo hanno reso il quinto player di sempre dietro a Sam Snead, Tiger Woods, Jack Nicklaus e Ben Hogan. Campione anche d'incassi, il suo impero economico è stato stimato in circa 675 milioni di dollari. Primo golfista ad infrangere il muro del milione in una stagione, a lui si devono in parte anche le grandi carriere di campioni del calibro di Woods. La sua grande popolarità s'è palesata pure nel giorno della sua scomparsa, tra gli omaggi a un galantuomo, fenomeno di umiltà, quello di Barack Obama, all'epoca presidente degli Stati Uniti. Medaglia presidenziale della Libertà (2004) e medaglia d'oro del Congresso, Palmer ha reinventato il golf.