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L'anno d'oro di Molinari: 'La Ryder il mio punto più alto'

Il campione azzurro: 'Per Roma 2022 dobbiamo valorizzare la nostra identità'

Redazione ANSA

(ANSA) - LONDRA - Soldi, successi e popolarità non sembrano scalfire la imperturbabile calma di Francesco Molinari, reduce da un clamoroso 2018 stracolmo di record e trionfi, eppure già proiettato alla prossima stagione. Prima lo storico trionfo all'Open britannico, quindi la fantastica cinquina in Ryder Cup, infine il suggello della conquista della Race to Dubai: mai nessun golfista italiano si era spinto così in alto. A 36 anni appena compiuti, Molinari ha infine raggiunto la sua consacrazione. "E' stato un processo di crescita che è arrivato all'apice quest'estate - spiega il golfista torinese all'ANSA -. Il click è scattato dopo la prima vittoria (a Wentworth, nel Surrey, ndr). Mi ha dato più fiducia nei miei mezzi. Poche settimane dopo ho rivinto negli Stati Uniti (prima vittoria italiana nel Pga Tour). E' stato un crescendo tutta l'estate, la fiducia aiuta in campo, soprattutto nei momenti decisivi, fa la differenza". Come a Parigi, nei tre magici giorni di Ryder Cup: cinque giri e altrettante vittorie per l'italiano (nel singolo, e in coppia con Tommy Fleetwood). Impresa mai riuscita a nessun europeo. "La Ryder Cup è stato il momento più emozionante di quest'anno perché è un evento che trascende i confini puramente golfistici. Fai squadra con giocatori che solitamente sono tuoi avversari, formando amicizie e rapporti che restano tutta la vita". Tra quattro anni la Ryder verrà disputata a Roma, per Molinari sarà "una grandissima opportunità non solo per il golf italiano". "In un momento in cui c'è grande bisogno di rilanciare il paese, la Ryder rappresenta una grande occasione per farsi promozione. Dobbiamo imitare i francesi che sono stati bravi ad organizzare un evento di questa portata. Noi possiamo fare anche meglio, anche se c'è tanto da fare. Per rendere l'edizione italiana memorabile, dobbiamo puntare sulle peculiarità e la forze del nostro paese, sulla nostra identità".
Da anni ormai Molinari vive a Londra, osservatorio privilegiato per analizzare la realtà italiana: "Vedo l'Italia come un paese dalle potenzialità infinite che purtroppo finora non sono state sfruttate al meglio. La Brexit? E' stato un voto di protesta, come successo anche altrove. Purtroppo adesso c'è grande confusione, perché i negoziati tra Unione Europea e Regno Unito non stanno andando come in molti speravano. Ma da europeo che vive qui, posso solo sperare che ci venga lasciata la possibilità di restare, perché Londra è fantastica proprio per la sua varietà di nazionalità e culture". Dopo un 2018 che lo ha portato sul gradino n.6 del ranking mondiale, nel 2019 l'italiano sarà chiamato ad una difficile conferma. "La mentalità di tutti gli atleti è sempre proiettata al futuro. In queste settimane è cominciata la prima parte di scarico completo a livello golfistico. Ne ho bisogno, dopo una stagione fantastica che però mi ha prosciugato un sacco di energie. Più avanti, poco a poco, ricominceremo a costruire le basi per la prossima stagione. Perché come tutti gli sportivi sono ambizioso, e voglio che il 2018 sia solo una tappa della mia carriera. Le motivazioni dunque sono ancora più grandi, perché sogno di tornare a vivere certe fantastiche sensazioni".
Un anno magico si chiude, ma Molinari lancia già la sfida al prossimo.

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