Superman Schwazer, marcia azzurra ha il suo Bolt
Sui 50 km altoatesino tritura rivali, e' l'erede di Abdon Pamich
(ANSA) - PECHINO, 22 AGO - E' italiano l'Usain Bolt della
marcia. Alex Schwazer vince nella 50 chilometri confermando
di essere il fenomeno che si pensava, il degno erede del
grande Abdon Pamich e d'una tradizione diventata fabbrica di
medaglie. L'oro di Pechino e' l'ottavo per l'Italia alle
Olimpiadi in questa disciplina ed il 19/o di tutta
l'atletica azzurra. Quello del ragazzo di Vipiteno nello
stadio di Pechino, con gesti di esultanza cominciati gia' ad
un chilometro e mezzo dalla fine, e' stato un autentico
trionfo, frutto di una superiorita' schiacciante su tutti
gli avversari, gente tosta come l'australiano Tallent e il
russo Nizhegorodov, che sono finiti sul podio, lo spagnolo
Garcia (quarto) ed il francese Diniz che si e' dovuto
fermare. Schwazer li ha tritati tutti, proprio come ha fatto
nello sprint il marziano della Giamaica atterrato in Cina,
da quale lo dividono neppure due anni di eta'. Anche l'ex
hockeista promette di durare a lungo, proprio come Bolt.
L'azzurro non ha realizzato il primato del mondo (per questo
e' forse solo questione di tempo) e si e' dovuto
'accontentare' del record olimpico ma puo' succedere a tutti
se nel finale ci si lascia andare e si e' gareggiato per 3
ore 37'09'' in un caldo soffocante. L'azzurro oggi non solo
si sentiva, ma era, il Superman dei marciatori e lo ha
dimostrato indicando se stesso, alzando l'indice, mostrando
il bicipite in segno di forza e baciando un braccialetto al
polso mentre ancora stava gareggiando. Cosi' ha sfogato
anche la rabbia accumulata per un anno, quando aveva buttato
via un successo ai Mondiali di Osaka per l'eccessivo
attendismo, e si era infuriato con se stesso per non aver
dato tutto e portato a casa semplicemente un bronzo. Adesso
ha ristabilito le giuste gerarchie, perche' il suo e' un
talento che non ha limiti, simile per superiorita' nei
confronti dei rivali anche alla vittoria della musa russa
Yelena Isinbaeva nel salto con l'asta.
Capace di gestirsi in ogni situazione, l'azzurro ha messo in
atto la tattica che si era prefisso, allungando per qualche
centinaio di metri alla partenza, assieme a Diniz, tanto per
far vedere agli altri che si sentiva superiore, e poi
rimanendo sempre nel gruppo dei migliori in attesa del
finale, fase in cui riesce quasi sempre a tirare fuori il
meglio di se stesso. Dopo tre ore 05'30'' di gara ha
piantato in asso Tallent e Nizhegorodov (il cinese Li
Jianbao, l'altro del quartetto di testa, era gia' scoppiato)
e se n'e' andato procedendo spedito nella sua marcia
trionfale, con un ritmo di 8'16'' a giro negli ultimi
chilometri. Tradotto in termini pratici vuol dire che questo
ragazzo e' stato capace di procedere a circa 15 chilometri
all'ora, in un gesto tecnico che per gli umani sembrera'
sempre innaturale ma che nel suo caso e' stato terribilmente
efficace. L'arrivo sul traguardo, la lacrime e l'abbraccio
con Sandro Damilano, che gli predice un futuro alla
Korzienowski (tre ori olimpici vinti in altrettante edizioni
dei Giochi) e poi tutti i modi con cui ha dato sfogo alla
sua incontenibile gioia (si e' perfino tuffato, con il
tricolore al collo, sui materassoni del salto con l'asta)
resteranno per l'Italia tra i flash piu' belli di
quest'Olimpiade che volge al termine.
La vittoria di Schwazer e' anche quello dello sport pulito,
di un campione che va a pane ed acqua e anche quando gli
prescrivono due settimane di riposo, fra un periodo di
allenamenti e l'altro, sale in bicicletta (altra sua
passione) e si fa centinaia di chilometri tanto per tenere
attive la gambe. E' il successo dello sport pulito, e
Schwazer lo ha rivendicato nel dopo-gara. ''Stavo bene,
m'interessava solo vincere, ci sono riuscito e me lo merito.
Io sono uno che non imbroglia e ve lo posso provare, per
questo saro' sempre orgoglioso di me stesso. Sono felice di
essere riuscito ad esprimere tutto il mio potenziale senza
mai barare. Sapevo di essermi allenato bene per tutto l'anno
e che nelle condizioni in cui mi sentivo oggi mi avrebbe
potuto battere solo Superman''.
''Volevo vincere e devo dire che e' stato anche abbastanza
facile - ha aggiunto -: quando ho staccato il russo e
l'australiani quasi non me ne sono accorto, Dovevo solo
rimanere con i primi ed attendere il finale, e quando un
atleta riesce a mettere in pratica alla perfezione i piani
che ha preparato per la gara attesa da un anno, poi la
felicita' e' tanta e ho provato una grandissima emozione.
Quando ci si sente cosi' si fa anche qualche stupidaggini,
ma in fondo mostrando il mio bicipite avro' fatto ridere
tutta l'Italia. Credo anche di averla resa felice con questa
mia vittoria, che dedico alle molte persone che mi vogliono
bene''. Quanto a Bolt, ''lui fatica dieci volte meno di me e
guadagna dieci volte tanto, ma ora sono piu' felice io del
giamaicano''. Se l'incontrera' al villaggio si faranno una
foto insieme, intanto nel dopo-gara ha posato con
Korzienowski, su richiesta dell'ex fuoriclasse della
Polonia, e in quel momento si e' capito che non era solo uno
scatto per un ricordo da portare a casa, ma anche un
autentico passaggio di consegne.(ANSA)