Atletica, sfogo Rigaudo: Italia punta su pochi
Pasticci e polemiche, Collio: cosi' non si va da nessuna parte
(ANSA) - PECHINO, 21 AGO - Il pasticcio delle staffette
mette per una volta sullo stesso piano l'Italia con la
superpotenza Usa, ma tra gli azzurri e' gia' aria di
polemica. Il bronzo di Elisa Rigaudo nella marcia, primo
lampo dell'atletica ai Giochi di Pechino, non basta per
rasserenare un ambiente che alla prima occasione esplode. Ed
e' proprio la marciatrice a parlare di una ''federazione che
punta tutto su pochi atleti''. Cosi' a poche ore
dall'attesa prova di Alex Schwazer, il marciatore a cui
l'atletica azzurra affida nella notte italiana tutte le sue
ambizioni piu' alte, dal 'Nido' di Pechino insieme a qualche
delusioni volano anche strali.
L'occasione l'ha offerta la doppia squalifica delle
staffette, uomini e donne: il primo ad alzare la voce e a
puntare l'indice contro al gestione degli atleti da parte
della federazione e' stato Simone Collio. ''Abbiamo
sbagliato e ci prendiamo tutte le nostre responsabilita' -
ha detto il velocista azzurro -. Ma non e' tutta colpa
nostra. Dai mondiali di Parigi in poi, abbiamo cambiato sei
volte il quartetto. Vengono prese decisioni che a mio avviso
non sono corrette. E noi non capiamo perche'. Cosi' non si
va da nessuna parte''. Gli azzurri, anche senza la
squalifica, non avrebbero comunque centrato il passaggio in
finale, fuori per undici centesimi.
Sorte condivisa con le compagne di nazionale: alla 4X100
composta da Pistone, Cali', Arcione e Alloh e' infatti
toccata la stessa sorte, squalificata in semifinale. Un
tonfo che per una volta, a parziale consolazione, l'Italia
puo' condividere con gli Stati Uniti: fuori sia gli uomini
che le donne a stelle e strisce, in entrambi i casi per aver
perso il testimone (tra i maschi l'errore e' di Tyson Gay).
Ma se quelle degli staffettisti sembrano polemiche dettate
anche dalla delusione per il pessimo risultato in pista, le
parole della Rigaudo, che la medaglia invece la porta al
collo, sono ancora piu' significative.
''In Italia focalizzano l'attenzione soltanto su pochi
atleti e ci si dimentica di quelli che non fanno
pubblicita'...'' l'affondo della marciatrice. ''Ci si
ricorda di noi solo in queste occasioni - prosegue Rigaudo -
gli altri fanno le pubblicita' mentre gente come noi fatica
ad allenarsi. L'atletica in realta' non sperava in
tantissime medaglie, ma la verita' e' che la nostra
federazione punta tutto su pochi atleti. E' una questione di
mentalita' italiana. In Italia facciamo poco e fatichiamo
poco. I calciatori? Il loro sforzo non e' paragonabile a chi
fa la marcia''.(ANSA)