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Lochte si scusa: 'Io responsabile, imparato la lezione'

Nuotatore Usa scrive a compagni, sponsor e Brasile. A Rio un uomo ha tirato l'orecchio ad uno degli atleti coinvolti nella vicenda

Redazione ANSA

"Mi scuso per il mio comportamento di questi giorni: avrei dovuto essere piu' cauto e trasparente nella ricostruzione dei fatti": arrivano anche le scuse di Ryan Lochte per la vicenda della falsa rapina subita a Rio con altri tre nuotatori Usa. Il campione americano, con un lungo messaggio su Instagram, si e' scusato con i compagni, gli avversari, il Brasile, ma anche con gli sponsor: "Comunque sia andata, avrei dovuto essere più responsabile. Diciamo che ho imparato la lezione". 

"Mi voglio scusare - e' l'inizio del lungo post pubblicato da Lochte sul suo profilo Instagram - per il mio comportamento dell'ultimo fine settimana. Per non essere stato piu' attento e trasparente nella ricostruzione di quanto e' accaduto quella mattina presto, e per il mio ruolo nel distogliere l'attenzione da tanti atleti che inseguono il loro sogno olimpico. Ho atteso a condividere questi miei pensieri che la situazione legale fosse consolidata e che fosse chiaro che i miei compagni sarebbero tornati a casa". "E' traumatico - e' la giustificazione che Lochte adduce - trovarsi in un paese straniero con i tuoi amici, con l'ostacolo della lingua, e trovarsi di fronte uno straniero che ti punta l'arma e ti chiede soldi per lasciarti andare: ma a prescindere dal comportamento di chiunque, avrei dovuto essere molto più responsabile nella mia condotta e per questo mi scuso con i miei compagni di squadra, i miei tifosi, i miei rivali, i miei sponsor e chi ospita questo grande evento: sono molto orgoglioso di rappresentare il mio paese alle Olimpiadi, e quella era una situazione che poteva e doveva essere evitata. Per questo - aggiunge il nuotatore Usa - mi prendo la responsabilità per il ruolo che ho ricoperto, ho imparato diverse lezioni importanti". "Sono grato - conclude Lochte - ai compagni della nazionale di nuoto, al comitato olimpico statunitense, e ho apprezzato gli sforzi del Cio, del comitato Rio 2016 e di tutto il Brasile che ci ha accolti e ha lavorato sodo per garantire un evento a futura memoria. Gia' troppe parole sono state spese, e troppe risorse, sui fatti degli ultimi giorni: ora spero che impiegheremo il nostro tempo a celebrare le grandi storie e prestazioni di questi Giochi".

Fa comunque ancora discutere il caso del campione americano di nuoto Ryan Lochte e i suoi tre compagni della squadra olimpica Usa, che secondo le indagini della polizia brasiliana si sono inventati la storia di una rapina armata ai loro danni a Rio De Janeiro. Due degli atleti coinvolti hanno anche ammesso che la vicenda raccontata in un primo momento è falsa.

Ma il gesto non è servito a placare i malumori: momenti di tensione si sono verificati nel quartiere di Leblon, uno dei più chic di Rio de Janeiro, quando i due nuotatori statunitensi Gunnar Bentz e Jack Conger hanno lasciato il commissariato di zona in cui erano stati accompagnati dalle Forze dell'ordine locali. Quando infatti si è sparsa la voce che i due si trovavano nei pressi, un folto gruppo di persone si è radunato e li ha fischiati e insultati mentre uscivano dalla stazione di polizia. Un uomo è anche riuscito ad avvicinarsi ed a tirare un orecchio a uno dei due. La calma è tornata solo dopo che i nuotatori si sono allontanati su un'auto.

Il comitato olimpico degli Usa si è ufficialmente scusato per tutta la vicenda, annunciando delle sanzioni agli atleti coinvolti.

Il capo della polizia civile di Rio, Fernando Veloso, ha precisato intanto che "non è necessario" che i nuotatori accusati di essersi inventati la rapina (Bentz, Conger e James Feigen, oltre a Ryan Lochte, che è già partito) "rimangano in Brasile dopo aver testimoniato". L'inchiesta, ha aggiunto, non è terminata e non è ancora stato determinato se e di cosa verranno incriminati i 4: falsa testimonianza o vandalismo.

 

Uno o più dei quattro nuotatori americani ha commesso un atto di vandalismo nel distributore di benzina di Rio de Janeiro, ma non c'è stata dunque alcuna rapina, come indicato invece in un primo tempo da Ryan Lochte. I quattro hanno risarcito il responsabile del distributore con una banconota di 20 dollari e una di 100 reais. "Piu' che con la polizia, si dovrebbero scusare con gli abitanti di Rio". Veloso ha aggiunto che i quattro nuotatori non hanno voluto aspettare l'arrivo della polizia e che hanno lasciato il distributore dopo aver pagato il risarcimento. Tra gli atti di vandalismo, il capo della polizia ha citato la distruzione di uno specchio all'interno del bagno.

I nuotatori avevano riferito di una rapina a mano armata che nel racconto sarebbe avvenuta sabato 14 agosto, in una delle notti olimpiche a Rio 2016. Per questo Keyla Blank, giudice della sezione 'Tifosi e Grandi Eventi' del tribunale di Rio, aveva emesso un'ordinanza che vietava di lasciare il Brasile ai nuotatori Usa. Per loro c'era anche un mandato di comparizione e di sequestro dei passaporti recapitato al villaggio olimpico, dove però non c'erano: Lochte è già in patria. Vincitore ai Giochi brasiliani di una medaglia d'oro nella 4 x 200 stile libero, Lochte era stato interrogato domenica scorsa in un posto di polizia del quartiere di Leblon e, anche negli Stati Uniti, dove aveva confermato la sua versione.

I nuotatori americani hanno raccontato di essere stati, di ritorno da una festa, rapinati da uomini armati che li hanno fermati mentre erano a bordo di un taxi. Uno dei rapinatori - che sarebbero stati vestiti da poliziotti - avrebbe anche puntato una pistola alla testa di Lochte. Lo stesso Lochte ha anche riferito alle forze dell'ordine che in quel momento era ubriaco e che quindi non aveva ricordi precisi. Secondo il loro racconto, inoltre, avrebbero fatto ritorno al villaggio alle 4 di mattina. Ma ora si sa che è tutto falso. A far vacillare questa versione fin dall'inizio è stato un video delle telecamere di sorveglianza che li ritrae mentre rientrano alle 7, e in cui appaiono sobri, e depositano negli appositi 'vassoi' orologi, cellulari e altri oggetti.

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