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Atti di vandalismo dei nuotatori Usa. Capo polizia: 'Si scusino con Rio'

Si sono inventati una storia raccontando bugie  e ora sono stati scoperti

Redazione ANSA ROMA

Il campione americano di nuoto Ryan Lochte e i suoi tre compagni della squadra olimpica Usa si sono inventati la storia di una rapina armata ai loro danni a Rio De Janeiro. Lo ha detto all'Associated Press uno degli inquirenti, chiedendo di non essere citato. La stessa fonte ha aggiunto che due dei nuotatori, Conger e Bentz, hanno ammesso di essersi inventati la storia.

Uno o più dei quattro nuotatori americani ha commesso un atto di vandalismo nel distributore di benzina di Rio de Janeiro, ma non c'è stata nessuna rapina, come indicato invece in un primo tempo da Ryan Lochte. Lo ha detto il capo della polizia civile di Rio Fernando Veloso, secondo cui i quattro hanno risarcito il responsabile del distributore con una bancoonota di 20 dollari e una di 100 reais. "Piu' che con la polizia, si dovrebbero scusare con gli abitanti di Rio". Veloso ha aggiunto che i quattro nuotatori non hanno voluto aspettare l'arrivo della polizia e che hanno lasciato il distributore dopo aver pagato il risarcimento. Tra gli atti di vandalismo, il capo della polizia ha citato la distruzione di uno specchio all'interno del bagno.

I nuotatori avevano riferito di una rapina a mano armata che nel racconto sarebbe avvenuta sabato 14 agosto, in una delle notti olimpiche a Rio 2016. Per questo Keyla Blank, giudice della sezione 'Tifosi e Grandi Eventi' del tribunale di Rio, aveva emesso un'ordinanza che vietava di lasciare il Brasile ai nuotatori Usa. Per loro c'era anche un mandato di comparizione e di sequestro dei passaporti recapitato al villaggio olimpico, dove però non c'erano: Lochte è già in patria. Vincitore ai Giochi brasiliani di una medaglia d'oro nella 4 x 200 stile libero, Lochte era stato interrogato domenica scorsa in un posto di polizia del quartiere di Leblon e, anche negli Stati Uniti, dove aveva confermato la sua versione.

I nuotatori americani hanno raccontato di essere stati, di ritorno da una festa, rapinati da uomini armati che li hanno fermati mentre erano a bordo di un taxi. Uno dei rapinatori - che sarebbero stati vestiti da poliziotti - avrebbe anche puntato una pistola alla testa di Lochte. Lo stesso Lochte ha anche riferito alle forze dell'ordine che in quel momento era ubriaco e che quindi non aveva ricordi precisi. Secondo il loro racconto, inoltre, avrebbero fatto ritorno al villaggio alle 4 di mattina. Ma ora si sa che è tutto falso. A far vacillare questa versione fin dall'inizio è stato un video delle telecamere di sorveglianza che li ritrae mentre rientrano alle 7, e in cui appaiono sobri, e depositano negli appositi 'vassoi' orologi, cellulari e altri oggetti.

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