Industriali G7, minacce protezionismo senza precedenti

Industriali G7, minacce protezionismo senza precedenti Trump preoccupa anche imprese Usa,'Casa Bianca dovra' ascoltarci'

Redazione ANSA

"La governance del commercio fa fatica a stare al passo con la globalizzazione ed e' minacciata da tendenze protezioniste senza precedenti" avvertono gli industriali dei Paesi del G7 lanciando, con una sola voce, l'allarme per il clima da 'guerra dei dazi' riacceso dall'America di Donald Trump. Nella sede di Confindustria in via dell'Astronomia, dove c'era anche Business Europe che rappresenta 40 'confindustrie' di 32 Paesi europei, le imprese americane sono tra le prime a parlare chiaro: "Abbiamo tre milioni di aziende che faranno sentire la loro voce: la Casa Bianca dovra' ascoltarle", dice il leader della U.S. Chamber, John Hopkins; "Bisogna dialogare con la nuova amministrazione Usa, ci sono molte domande a cui vanno date risposte: dove andiamo? Quale e' il percorso per il futuro? Dopo due giorni di confronto a Roma torno a casa con molte altre domande. Non ho tutte le risposte: posso solo dire che come Camera di Commercio americana stiamo lavorando moltissimo perche' il commercio resti aperto. Abbiamo una interdipendenza tra le nostre economie e questo e' molto importante", dice.

L'allarme e' tra le primissime righe del documento finale del 'B7 Italy' comune consegnato dagli industriali al premier italiano Paolo Gentiloni in vista del G7 di Taormina. Anche il 'padrone di casa', il leader di Confindustria Vincenzo Boccia, avverte che le "illusioni protezioniste" non possono che portare "a mercati ristretti e senza crescita". Ed e' dura la leader di Business Europe, l'italiana Emma Marcegaglia. Non teme la guerra dei dazi minacciata dall'amministrazione Trump per il caso dell'esportazione di carne di manzo americana: "una cosa specifica" che si puo' risolvere; "sono invece preoccupata - avverte - del rischio che Trump possa mettere una border tax. Sarebbe una dichiarazione di guerra commerciale", e "bisognerebbe rispondere denunciando al Wto": bisogna evitare di "arrivare fino a quel punto". "Anche il ministro Padoan (intervenuto a porte chiuse ai lavori del B7) - dice ancora Marcegaglia - ha detto che ogni forma di protezionismo puo' essere pericolosissima e portare a grandi difficolta'".

Il fronte degli industriali e' compatto. La Confederation of British Industry, conferma Josh Hardie, "e' determinata a promuovere commercio libero ed equo in tutto il mondo". Anche il giapponese Sadayuki Sakakibana punta il dito "contro l'ondata di nazionalismo e protezionismo: da questa riunione del B7 - dice - usciamo con una dichiarazione molto forte, per un commercio libero ed equo". Per la Medef francese e' Michel Guilbaud a rilevare che "l'idea di libero commercio non e' ancora accettata come una cosa normale" ed e' "minacciata da populismo, nazionalismi e protezionismo". Cosi' i tedeschi della Bdi, con Stefan Mair, avvertono: "Dobbiamo lottare contro le misure protezionistiche, non dobbiamo tirarci indietro rispetto alla globalizzazione ma rimodellarla"

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