Vitigni resistenti e vini a bassa gradazione alcolica? Anche in Friuli si può. Anzi, forse, sarà proprio questa una possibile strada per evitare il calo dei consumi che sta creando non poche difficoltà al comparto.
L'Istituto di genomica applicata (Iga) dell'Università di Udine ha recentemente creato i primi vitigni resistenti alle malattie allo scopo di ridurre l'utilizzo dei pesticidi e, quindi, salvaguardare l'ambiente. L'Iga - i cui studi non sono ultimati - conta di introdurre resistenze nei vitigni tradizionali attraverso la cisgenesi (trasferimento di un gene da una vite all'altra) e il genoediting (modifica del dna di una varietà), tecniche che permetterebbero di ottenere varietà praticamente uguali alle attuali, ma più resistenti ai vari agenti patogeni.
Quanto al vino con poca gradazione, non è più un tabù nemmeno in Friuli. I vini friulani puntano a ritagliarsi nuove fette di mercato, ma per conquistare palati diversi e per andare incontro a gusti di un target più ampio, una potenziale strada da seguire può essere quella del vino a bassa gradazione alcolica, se non addirittura senza alcol. Anche in questo caso, però, le difficoltà sono molte, ma alcune aziende ci provano come di fatto avviene negli Usa e in Canada dove il trend di vendita di questo particolare tipo di vino è in costante crescita.
Aspettare per vedere e credere.
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