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Grande Guerra: il cimitero degli eroi

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Grande Guerra: il cimitero degli eroi

Tra sculture e tombe primi caduti, la sepoltura della Bergamas

16 ottobre 2018, 13:51

Redazione ANSA

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Il Cimitero degli Eroi di Aquileia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Cimitero degli Eroi di Aquileia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Cimitero degli Eroi di Aquileia - RIPRODUZIONE RISERVATA

TRIESTE - Il Cimitero degli Eroi di Aquileia è nel cuore della città di origine romana, a ridosso della Basilica di Santa Maria Assunta. E' un sito storico importante perché, a differenza degli altri cimiteri, sacrari ed ossari, è l'unico ad aver mantenuto la forma originale da quando sono iniziate le sepolture, nel 1915. Inoltre, da qui è partita, nel 1921, la salma del Milite Ignoto verso l'Altare della Patria.
L'ordine delle tombe lo si deve all'opera di don Celso Costantini, prete di Aquileia in quegli anni, che si prese cura di dare una sepoltura dignitosa ai soldati. Fece arrivare i fiori da Concordia Saggitaria (Venezia) e ricevette in dono siepi e alberi da Firenze. Ogni tomba è caratterizzata dalla presenza di una croce in ferro, ornata da un intreccio di lauro e quercia, dono dell'associazione "Dante Alighieri" e realizzate dallo scultore Alberto Calligaris. Ogni croce riporta la frase "Dulce et decorum est pro Patria mori" ("Morire per la Patria è dolce e decoroso") e il nome del caduto.
Nel cimitero degli Eroi si trovano anche diverse opere monumentali, prime fra tutte l'arcosolio (sarcofago inserito in una nicchia) con le spoglie di 10 militi ignoti tumulati qui il 4 novembre 1921 e, ai suoi piedi, la tomba di Maria Bergamas, la madre che scelse il feretro del soldato senza nome, traslato all'Altare della Patria a Roma. Altre tombe importanti sono quelle di Giovanni Randaccio, comandante dei "Lupi di Toscana" e del generale Alessandro Ricordi, alla guida della Brigata Murge.
Altre statue rendono ancora più emozionante questo camposanto: "Il Sacrificio" di Edmondo Furlan (1921), scultura in marmo che raffigura Gesù Cristo in croce mentre conforta due fanti morenti ai suoi piedi, e "L'Angelo della carità" di Ettore Ximenes (1917) dove un soldato, morente, è sostenuto da una figura femminile con le ali. 

 

 

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