GRADO (GORIZIA) - Il santuario mariano di Barbana è probabilmente il luogo di culto più noto di Grado, si trova nell'isola omonima raggiungibile in circa 20 minuti di navigazione con i traghetti che partono regolarmente dal canale della Schiusa. La costruzione venne avviata nel 1911, fu sospesa durante la Grande Guerra e ripresa nel 1922, su progetto dell'imprenditore edile Giuseppe D'Agostinis di Cervignano per la facciata e dell'architetto Silvano Barich per l'abside e la parte centrale. In realtà il primo edificio nacque sull'isola intorno al 582 quando a seguito di una violentissima mareggiata venne trovata una statua della Madonna ai piedi di un olmo. Il patriarca Elia per ringraziarla per aver salvato la città decise di edificare una chiesa, oggi meta di pellegrinaggio. In centro a Grado si trova la basilica di Sant'Eufemia, edificata nel 580, sopra un'altra chiesa realizzata nel V secolo, sempre per volontà di Elia, arcivescovo di Aquileia, il quale decise di costruire a pochi passi di distanza anche la Basilica di Santa Maria delle Grazie. Con la costituzione del Patriarcato di Grado, Sant'Eufemia divenne cattedra patriarcale e mantenne la titolarità anche dopo il riconoscimento pontificio, nel 1177, della residenza veneziana dei patriarchi. Nel 1451, con l'istituzione del nuovo Patriarcato di Venezia, la basilica venne incorporata nella nuova diocesi. Nel 1455 fu costruito il campanile a cuspide in cima al quale è stata posta sette anni dopo la statua in rame sbalzato dell'arcangelo Gabriele oggi un simbolo del comune. Il 22 settembre del 1888 l'arcivescovo di Gorizia, Luigi Mattia Zorn, consacrò la basilica ai santi Ermacora e Fortunato.
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