Nel 2020 la Fondazione Luchetta si
è misurata con la fragilità delle famiglie di Trieste diventando
una "potenza" nel sociale. Il riferimento è al servizio di banco
alimentare attivo da anni, raddoppiato per le difficolta delle
persone di arrivare alla fine del mese a causa della pandemia.
Questo il bilancio dell' attività 2020: dagli 8.516 chilogrammi
di cibo, in scadenza o non vendibile ma ancora buono, raccolti e
redistribuiti a una sessantina di famiglie assistite
settimanalmente dalla Fondazione Luchetta nel 2019 (media 709
kg/mese), da marzo a dicembre 2020, il cibo raccolto ha superato
le 17 tonnellate, con una media di 1.709 chili al mese. Sono
state consegnate nel 2020 un totale di 1.500 spese a 130
famiglie, di cui 70 segnalate dal servizio sociale del Comune,
30 tramite la Microarea di San Giovanni e altre 30 della zona di
Capofonte.
Il servizio quotidiano di raccolta alimentare e consegna alle
famiglie non si è interrotto neppure nelle settimane del
'lockdown', grazie a una rete di associazioni e imprese come
Trieste Recupera che garantisce frutta e verdura fresca due
volte a settimana, Fondazione Banco Alimentare, il partner
Bofrost, e poi i supermercati Lidl di Montebello, i Despar di
viale Sanzio, piazza Libertà e viale XX Settembre, Aldi di via
Coroneo, e molti altri negozi e privati.
Nonostante il Covid, nel 2020 sono continuate anche le
attività ordinarie della Fondazione Luchetta nelle case Valussi
e Chiadino, l'accompagnamento dei bimbi all'ospedale Burlo, e
l'accoglienza e integrazione nel centro Siproimi "Casa Steffè"
di Bristie (Sgonico-Zgonik), sebbene con un numero limitato di
ospiti, a causa del blocco degli arrivi per la pandemia.
Nel 2021 invece ci sono spiragli per l'arrivo di altri
piccoli ospiti bisognosi di cure mediche, e ci sono nuove idee e
progetti, sempre nell'ambito sociale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
