L'analisi del Dna come strumento
forense arrivò in Italia negli anni Ottanta grazie a un incontro
fortuito fra lo scienziato Giorgio Graziosi e il suo inventore,
il genetista britannico sir Alec Jeffreys. Lo ha rivelato oggi
lo stesso Graziosi, direttore scientifico della società "Dna
Analytica" dell'Area Science Park di Trieste, a margine di un
incontro a EuroBioHighTech, la fiera della salute intelligente
che si chiude oggi nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia.
Racconta Graziosi: "L'analisi del Dna nel corso delle
indagini è una tecnica sviluppata da Jeffreys, con cui
condividevo una stanza a cavallo degli anni '70 e '80 a Oxford.
Prima di tornare in patria gli chiesi di insegnarmi la tecnica e
così la portai in Italia. Tempo dopo la polizia di Roma mi
contattò chiedendomi un aiuto per il delitto di via Poma del
1990. Non ho mai capito - ha aggiunto - come facessero a sapere
che ero in grado di fare quelle cose".
Da lì nacque una collaborazione con la magistratura e con il
Ris di Parma, durata 25 anni: "Con l'allora colonnello Luciano
Garofano fummo invitati anche all'accademia dell'Fbi di Quantico
per insegnare loro quella tecnica". Da quell'esperienza Graziosi
è passato poi alla sua attività attuale con Dna Analytica,
improntata all'analisi del Dna nel caffè e, più in generale, nel
settore alimentare.
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