S'intitola ''La ricchezza della
povertà'' la rilettura-omaggio in chiave moderna di alcune
pagine di padre David Maria Turoldo, sacerdote e intellettuale
di fama nato in Friuli nel 1916 e morto a Milano nel 1992, che
andrà in scena il 29 luglio nel centenario della nascita del
religioso a Sedegliano (Udine), il suo paese d'origine.
Oratorio in undici parti più epilogo, il lavoro è un
intreccio di parti recitate e musiche originali del compositore
e pianista jazz friulano Glauco Venier e arrangiate da Michele
Corcella, con le parti recitate affidate a Massimo Somaglino, il
canto di Maria Pia De Vito, voce del jazz italiano, il
violoncello del maestro Mario Brunello e 13 strumentisti del
laboratorio musicale L'Insium.
La drammaturgia firmata da Luca Fantini (operaio 'illuminato'
e profondo conoscitore dell'opus turoldiano) in forma
autobiografica parla del Turoldo più vicino al Friuli e di
quella povertà che prostrò quelle terre negli Anni Trenta del
Novecento. Il testo si ispira a ''Gli ultimi'', opera
cinematografica in cui Turoldo racconta da vicino la dura vita
dei contadini friulani dei primi del Novecento e ripercorre la
storia di un Friuli allora isolato, povero e depresso, in grado
di fare della propria miseria non una vergogna, ma un valore.
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