"Solo la legge può imporre
limitazioni alle pratiche religiose ma solo allorché si debbano
tutelare altri diritti fondamentali, come sicurezza pubblica,
protezione dell'ordine, salute o morale pubblica, o protezione
di diritti e libertà altrui e solo se la restrizione della
libertà di manifestare il proprio credo è unico strumento idoneo
a garantire gli altri interessi". Dunque, una donna che indossa
il 'burkini', "manifesta il proprio credo" e dunque questa "è
una 'pratica religiosa'". E' il parere di Dora Zappia, avvocato
dell' Asgi-Fvg, Associazione per gli studi giuridici
sull'immigrazione. Pertanto, "una decisione del Comune di
Trieste o di qualunque altra amministrazione che andasse in
direzione contraria, costituirebbe una grave violazione dei
principi costituzionali e comunitari citati, oltreché una
discriminazione diretta, perché porrebbe in una condizione di
svantaggio determinati soggetti (tra l'altro tutti di genere
femminile!) in ragione o a causa delle loro convinzioni
religiose".
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