L’atteso vertice di fine maggio, in cui i leader europei avrebbero dovuto parlare anche del finanziamento del RePower EU si è rivelato una tappa interlocutoria sul fronte energia. La discussione è stata monopolizzata dall’embargo al petrolio russo. Sul RePower continueranno a lavorare i ministri delle finanze da un lato, e quelli dell’ambiente dall’altro. I primi discuteranno della parte che coinvolge i piani nazionali di ripresa e resilienza. I secondi, della parte dei finanziamenti che vengono dalla riserva di stabilità dall’Ets.
Le conclusioni sottoscritte dai leader Ue dedicano all’energia il quarto e ultimo capitolo. I capi di Stato e di governo “incoraggiano” “l’uso immediato” della piattaforma per gli acquisti comune di gas e “invitano” la Commissione europea “a esplorare anche con i partner internazionali” la “fattibilità” di introdurre un tetto temporaneo al prezzo del gas importato, "se opportuno".
Il Consiglio europeo avalla le proposte della Commissione europea sulla velocizzazione dei permessi per le rinnovabili e l’obiettivo di aumentare i risparmi energetici. Ma non si spinge a dare l’assenso ai nuovi target rinnovabili ed efficienza al 2030, ipotizzati dall'Esecutivo Ue. I leader invocano maggiori sforzi da parte Ue sulla politica economica e industriale, sottolineando che i due obiettivi devono essere “sostenuti da un cluster industriale volto a migliorare l'innovazione, la capacità, le competenze e le catene di approvvigionamento per l'energia solare ed eolica, l'idrogeno, la bioenergia, le pompe di calore e le materie prime".
I leader incoraggiano il Consiglio Ue (ambiente e ecofin) a “esaminare rapidamente le proposte della Commissione per realizzare gli obiettivi di RePower EU”. Un paragrafo del documento è dedicato alla necessità di completare l’interconnessione delle reti gas ed elettriche europee, con particolare riferimento alla condizione di isolamento della Penisola Iberica rispetto al resto del continente.
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