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Aziende cloud Ue avvertono Bruxelles su pratiche sleali Microsoft

Lettera di 41 ceo a Vestager su Dma, firmano anche le italiane Aruba e Iredeos

Redazione ANSA

I ceo delle principali aziende di cloud europee, riuniti nell'associazione Cispe, hanno inviato una lettera aperta alla vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, per chiederle un intervento urgente per garantire che il Digital Markets Act (Dma) affronti adeguatamente le pratiche sleali di Microsoft e delle altre big del cloud computing che abusano del loro potere di mercato per bloccare i clienti nelle proprie infrastrutture. Tra i firmatari, anche le italiane Aruba e Iredeos.

 

"I fornitori di software monopolistici stanno ancora una volta utilizzando la loro posizione dominante per bloccare i clienti, costringendoli a utilizzare l'infrastruttura cloud che forniscono. Questo abuso delle licenze software significa che altri fornitori di infrastrutture cloud più piccoli non possono competere" e questo "include le aziende cloud europee innovative che vengono escluse dal proprio mercato", si legge nella missiva.

I ceo vedono "una finestra di opportunità" per intervenire nel disegno di legge in fase finale di negoziato in Ue. "Il Digital Markets Act (Dma) potrebbe rapidamente garantire che il mercato europeo del cloud sia libero, aperto e competitivo" ma, sottolineando, "l'attuale versione" del testo "richiede chiarimenti" affinché le misure previste contro le pratiche sleali delle piattaforme cosiddette 'gatekeeper' possano essere estese anche al settore dei "software aziendale". "Senza chiarimenti nel Dma - avvertono -, il risultato sarà il proseguimento delle pratiche sleali dei gatekeeper monopolistici del software", come Microsoft, Oracle e SAP. "L'emergere di denunce formali di concorrenza serve solo a sottolineare la gravità di questa situazione e la necessità di un'azione urgente per prevenire tali abusi", precisano i ceo, sottolineando che "queste pratiche creano una distorsione sistemica del mercato che il diritto tradizionale della concorrenza caso per caso non è in grado di affrontare". Per questo, prosegue la lettera, "sono necessarie misure ex ante. Non possiamo aspettare una revisione della Dma tra cinque anni, né una vittoria di Pirro nei contenziosi antitrust tra 10 anni o più quando la competitività del mercato non sarà recuperabile".

 

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