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La tassonomia della discordia, Commissione verso la modifica dei criteri

La tassonomia della discordia, Commissione verso la modifica dei criteri

Bonaccorsi (T&E), il rischio sono le 'sfumature di verde'

29 gennaio 2021, 14:35

Redazione ANSA

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La definizione di investimenti 'green ' spacca l 'Ue - RIPRODUZIONE RISERVATA

Come anticipato da questa newsletter, la Commissione europea sta rivedendo il testo sulla classificazione degli investimenti per la finanza verde (cosiddetta tassonomia). Lo ha confermato la commissaria Ue per i servizi finanziari Mairead McGuinness, parlando al Parlamento europeo. McGuinness ha fatto riferimento a "preoccupazioni espresse dalle aziende” circa “requisiti che vanno oltre quanto richiesto dalla legislazione esistente nei diversi settori".

Ma la preoccupazione viene anche dai paesi membri. Ora sono due i gruppi di Stati che, per motivi diversi, minacciano di bloccare l’atto delegato che deve ottenere l’assenso del Consiglio e dell’Eurocamera. Gli Stati che temono nuove restrizioni nello sfruttamento delle foreste (Svezia e Finlandia, ma anche le repubbliche baltiche, Austria, Romania e Bulgaria) si erano già mossi a dicembre. Nelle settimane successive è venuto allo scoperto un'altra compagine gruppo di 10 paesi dell’est Europa che chiedono requisiti meno stringenti per gas e idrogeno.

Vale a dire, aumentare il limite di 100gCO2/KWh previsto dal testo affinché la produzione di energia da gas possa avere la patente ‘verde’, e avere maggiore riconoscimento sull’idrogeno “blu” (prodotto da gas naturale, ma sottoposto a cattura e stoccaggio di CO2). Visto il gran numero di critiche, che sono arrivate anche dalle Ong e da paesi come la Francia a tutela dell’agricoltura, a questo punto la Commissione potrebbe a rendere più flessibili i requisiti ampliando la portata della definizione di "settori di transizione".

"Ma la tassonomia non è prescrittiva, i requisiti non sono obbligatori, né possono fermare sussidi e finanziamenti", spiega Luca Bonaccorsi di Transport & Environment, tra i 55 esperti della piattaforma Ue per la finanza sostenibile. "La tassonomia serve a evitare il greenwashing – prosegue Bonaccorsi – a capire quali società e fondi di investimento che si autodefiniscono ‘verdi’ lo sono davvero secondo criteri definiti in modo condiviso e a livello Ue".

Nei testi regolamentari, inoltre, "c’è una scappatoia", sostiene Bonaccorsi. Serve un passo indietro: secondo la tassonomia, un’attività si definisce sostenibile se contribuisce a uno solo dei sei obiettivi ambientali stabiliti dal regolamento e non arreca danno agli atri cinque. I sei obiettivi sono: mitigazione del cambiamento climatico, adattamento ai cambiamenti climatici, uso sostenibile e la protezione dell'acqua e delle risorse marine, transizione verso un'economia circolare, prevenzione e controllo dell'inquinamento, protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

"Ma gli standard cambiano a seconda dell’obiettivo primario che si sceglie", racconta Bonaccorsi. “Se l’obiettivo principale per un progetto impianto a gas è la riduzione delle emissioni – prosegue – la patente di sostenibilità c’è solo se si rispetta la soglia di 100gCO2/KWh, ma se scelgo come obiettivo primario la riduzione dell’inquinamento il limite per le emissioni aumenta a 270gCO2/KWh”.

"Il rischio - conclude Bonaccorsi - è che la Commissione usi le scappatoie per creare 'sfumature di verde' che permetterebbero a molti inquinatori di definirsi 'sostenibili'. Il costo di questa operazione sarebbe la credibilità della tassonomia e la leadership ‘verde’ che l’Ue vuole vantare a livello globale".

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