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Le reazioni alle proposte Ue: Google preoccupata, Facebook a favore

Le reazioni alle proposte Ue: Google preoccupata, Facebook a favore

Il Parlamento europeo pronto alla linea rigorista

18 dicembre 2020, 11:18

Redazione ANSA

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Le reazioni alle proposte Ue: Google preoccupata, Fb a favore © ANSA/EPA

Le proposte di regolamento Ue per il digitale, svelate dalla vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager e dal commissario per il Mercato unico Thierry Breton, saranno ora esaminate dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue prima di essere adottate. L'iter legislativo potrebbe richiedere anni. A provocare il dibattito più acceso è stato il Digital Markets Act, che va a toccare i modelli di business delle Big Tech.

Le reazioni delle parti interessate:

• GAFAM tra preoccupazione e ottimismo. "Siamo preoccupati che le proposte possano essere mirate specificamente a una manciata di aziende e rendere più difficile lo sviluppo di nuovi prodotti a sostegno delle piccole imprese in Europa. Continueremo a sostenere l'introduzione di nuove regole che supportino l'innovazione, aumentino il senso di responsabilità e promuovano la ripresa economica a vantaggio dei consumatori e delle imprese europee", ha scritto Karan Bhatia, vice presidente di Google per gli affari governativi. Più favorevole invece Facebook. Un portavoce del social ha detto che le regole "sono sulla strada giusta per aiutare a preservare ciò che c'è di buono su Internet", attaccando invece Apple, rea a suo dire di "usare il potere per danneggiare sviluppatori e consumatori, così come le alte grandi piattaforme come Facebook". Di segno positivo anche la posizione di Spotify che, tramite il suo responsabile degli Affari globali, Horacio Gutierrez, ha fatto sapere di essere "incoraggiata" dal Dma. "Ora esiste un consenso globale sul fatto che le grandi piattaforme gatekeeper stiano sfruttando il loro potere in modi che rallentano l'innovazione e danneggiano i consumatori, e quella regolamentazione è necessaria per evitare danni prima che diventi irreparabile", ha detto Gutierrez. Nessuna reazione invece da parte di Apple e dei giganti dell’e-commerce Amazon e Alibaba.

• Consumatori Ue soddisfatti. “Le indagini sulla concorrenza possono essere troppo lente per evitare danni irreparabili al mercato. Vietare alcune pratiche in anticipo invece di raccogliere i pezzi in seguito è la mossa giusta", ha detto la direttrice generale della Beuc, Monique Goyens, sottolineando anche che "è inaccettabile che le piattaforme continuino a consentire, diffondere e trarre profitto da seggiolini auto per bambini non sicuri venduti online, da recensioni false sui social media e da annunci truffa sui motori di ricerca".

• Il Parlamento europeo ‘rigorista’. Gli eurodeputati hanno accolto con favore le proposte ma chiedono più ambizione. “La Commissione dovrebbe mirare direttamente a smantellare il modello di business perverso di questi giganti della tecnologia: monetizzare i dati personali tramite la pubblicità. Dobbiamo andare alla radice di ciò che preoccupa Internet: dobbiamo porre fine agli annunci personalizzati", ha detto Paul Tang, socialista olandese. Per l'eurodeputata dei Verdi Anna Cavazzini, presidente della commissione per il Mercato interno, "la proposta rimane troppo flessibile per quanto riguarda l'applicazione e le sanzioni, che sono fondamentali per garantire un livello elevato di protezione dei consumatori". . "Le grandi piattaforme hanno a lungo beneficiato di scappatoie legali, questo primo passo dovrà andare molto oltre", ha detto il Popolare Geoffroy Didier, vicepresidente della commissione parlamentare sull'intelligenza artificiale, che propone di mettere fine all’anonimato su internet.

• Tlc divise. "Accogliamo con favore il riconoscimento da parte della Commissione del fatto che alcuni attori digitali hanno una maggiore responsabilità nel mantenere i servizi digitali liberi da contenuti illegali e nel garantire che lo stato di diritto sia rispettato online con lo stesso rigore con cui lo è offline", ha scritto l'associazione delle società di tlc europee (Etno), che si aspetta che il Dma "proponga un audace quadro normativo ex ante per i mercati digitali, insieme a una revisione degli strumenti delle politiche per la concorrenza per affrontare le dinamiche in evoluzione dell'economia digitale". Preoccupata invece la federazione DigitalEurope, che rappresenta 35mila aziende in Europa (incluse le Big Tech). "Sebbene ci siano preoccupazioni legittime, l'Ue deve sfruttare al meglio gli strumenti di concorrenza esistenti prima di considerare l'introduzione di nuovi meccanismi che potrebbero ostacolare l'innovazione e l'ingresso nel mercato" di nuovi attori, ha insistito la direttrice Cecilia Bonefeld-Dahl. Sulla stessa linea l’americana Computer and Communications Industry Association (Ccia). "Ci auguriamo che la legislazione finale riguardi i comportamenti problematici piuttosto che le dimensioni delle aziende", ha detto Kayvan Hazemi-Jebelli, responsabile della concorrenza dell’associazione.

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