Le nuove regole sul copyright "sono necessarie per consentire ai creatori e alla stampa di ottenere accordi migliori quando i loro lavori sono resi disponibili online", sottolinea la portavoce al digitale dell'esecutivo comunitario. Se resterà quindi in vigore la direttiva del 2001 ormai superata dai tempi, continueranno a non potere approfittare del nuovo ecosistema online "né i creatori, né gli utenti, né le piattaforme europee" ma solo i giganti del web americani, da Google a YouTube e Facebook. Per questo "ci aspettiamo ora che l'Europarlamento raggiunga una posizione e cominci i negoziati su questa importante riforma" a differenza di quanto avvenuto a luglio, quando tutto è stato rinviato a settembre. Ora una bocciatura o un nuovo rinvio di fatto affosserebbero la riforma in quanto non ci sarebbero più i tempi tecnici per approvarla entro la fine del mandato di questo Parlamento europeo. Bruxelles aveva presentato il pacchetto già due anni fa, nel 2016. "La nostra proposta salvaguarda la libertà di espressione", ha quindi ribadito la Commissione, "non mette al bando né i meme né i link" a differenza di quanto è astato sostenuto nel dibattito pubblico".
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