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Ue-Canada:Europarlamento, Ceta entri in vigore con nostro ok

Ue-Canada:Europarlamento, Ceta entri in vigore con nostro ok

Democraticamente eletto, non c'è solo ruolo assemblee nazionali

BRUXELLES, 22 settembre 2016, 18:50

Redazione ANSA

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L'accordo di libero scambio tra Ue e Canada, il Ceta, deve ottenere prima l'ok dell'Europarlamento prima di entrare in vigore. E' quello che chiedono con una lettera alla presidenza slovacca del Consiglio Ue una quarantina di eurodeputati di 11 Paesi, guidati da Alessia Mosca (Pd) a cui si sono uniti tra gli italiani i colleghi Mercedes Bresso, Brando Benifei, Goffredo Bettini, Simona Bonafé, Silvia Costa, Nicola Danti, Paolo De Castro, Isabella De Monte, Roberto Gualtieri, David Sassoli, Patrizia Toia, Damiano Zoffoli, e Salvatore Cicu (Fi).

"Sostenere che a garantire il controllo democratico siano solamente i voti delle assemblee nazionali rappresenta un implicito declassamento delle competenze del Parlamento europeo" che, invece, "esercita il controllo democratico con forza e indipendenza sempre maggiori", secondo gli eurodeputati firmatari che, con questa lettera, chiedono che venga garantita l'entrata in vigore provvisoria dell'accordo commerciale già in seguito all'eventuale voto positivo del Parlamento europeo, come già accaduto con quello con la Corea del Sud. "Non si tratta certo di escludere i parlamenti nazionali dal processo di formazione delle decisioni nell'ambito della politica commerciale", ha dichiarato Mosca, "anzi, il nostro intento è quello di trovare migliori modalità di collaborazione durante la fase di negoziazione. Quello che vogliamo evitare è che un singolo parlamento nazionale, attraverso il meccanismo del potere di veto, possa tenere in scacco l'intera politica commerciale, che al momento rappresenta una delle poche forze di crescita economica di cui disponiamo". Inoltre, ha sottolineato l'eurodeputata, "la politica commerciale è una delle poche politiche di competenza comunitaria" e "il Parlamento europeo è un'assemblea democraticamente eletta". Si tratta quindi, ha concluso Mosca, di "una questione che va persino al di là della stessa politica commerciale: non si può essere convinti europeisti nei giorni pari e rivendicare il ruolo dei parlamenti nazionali nei giorni dispari".

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